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La Juventus e Massimiliano Allegri: un lungo countdown verso i titoli di coda

Da mesi sostengo che, al di là del politichese, la Juventus sia ampiamente entrata nel mood del cambiamento al termine della stagione. Via Massimiliano Allegri, dentro un tecnico con caratteristiche differenti chiamato a sviluppare un nuovo progetto. Per intenderci, uno alla Thiago Motta, se non proprio Thiago Motta.

Il problema di questa prospettiva, tuttavia, è il timing. Da settimane, infatti, si parla ininterrottamente del futuro snobbando il presente. E giocoforza, così, la Juve è finita in un vortice dannatamente negativo. Attenzione, in termini di classifica i bianconeri sono in piena linea con l’obiettivo da centrare, ma quando porti a casa un solo successo nelle ultime otto gare – beh – i campanelli d’allarme iniziano a diventare assordanti e angoscianti.

Pensare che Allegri rappresenti l’unico problema, tuttavia, sarebbe un grosso errore. La Juve, per tornare a essere Juve vera, al termine di questa stagione dovrà rivisitare più situazioni. Esempi: completare l’area sportiva inserendo qualche figura riconducibile a Giuntoli; rivedere la rosa compatibilmente con i paletti finanziari da rispettare. Insomma, l’attuale organico vale la Champions e ottenere un piazzamento nella top 4-5 non rappresenta assolutamente un miracolo sportivo, ma al tempo stesso esiste un alone di mediocrità che non può passare inosservato.

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