Thuram HDGetty

Le chiamate di Inzaghi, la promessa e il rilancio: come Marotta ha soffiato Thuram al Milan, il colpo da Scudetto

“Il destino ha la sua puntualità”.

Recita così un verso di ‘Lettera a G’ di Luciano Ligabue, cantautore di fama mondiale e interista doc. Nelle stelle era già evidentemente scritto quel matrimonio tra i colori nerazzurri e Marcus Thuram, un percorso fatto di un lungo inseguimento e tanti ostacoli fino alle… stelle. Le due che l’Inter si è cucita sulla maglia dopo aver conquistato aritmeticamente lo Scudetto numero 20 della sua storia.

Appena 130 chilometri dividono Parma, la città natale di Marcus, e Milano, quella che è diventata la sua seconda casa. Sono tanti, invece, gli impedimenti che sembravano non far sbocciare un amore che oggi vede l’attaccante classe 1997 tra i protagonisti assoluti del titolo conquistato dall’Inter e uno dei calciatori più coccolati della rosa non solo per la sua dedizione, ma anche per il carattere e quell’attaccamento alla maglia dimostrato in meno di un anno dal suo arrivo all’ombra della Madonnina.

Arrivo, appunto, una tappa che sembrava irraggiungibile. Poi un vero e proprio blitz in stile Beppe Marotta. Uno dei tanti colpi messo a segno dall’amministratore delegato nerazzurro grazie alle sue incredibili abilità.

Stratega, conoscitore di calcio e bravo nel condurre trattative e accelerare quando è necessario per affondare il colpo. Insieme al suo staff, formato dal direttore sportivo Piero Ausilio e al vice Dario Baccin, Marotta ha individuato il momento esatto per chiudere la trattativa e ha strappato Marcus Thuram ai rivali storici del Milan, in quello che è stato l’ennesimo sgarbo di mercato in un derby vissuto a 360 gradi, non solo in campo ma anche in sede di trattativa.

Uno dei tanti nomi che si aggiungono alla lista formata - tra gli altri - da Hakan Calhanoglu a parametro zero e Davide Frattesi, arrivato dal Sassuolo sempre la scorsa estate dopo un tentato blitz dei rossoneri andato a vuoto.

Lo Scudetto da protagonista e la seconda stella rappresentano indubbiamente il punto più alto della storia - finora - di Marcus Thuram all’Inter. Un matrimonio che sarebbe potuto sbocciare già qualche anno fa, prima che un infortunio al ginocchio bloccasse una trattativa già a buon punto.

Il figlio d’arte ha superato i problemi fisici, ha lavorato duro ed è tornare a segnare, riconquistando quella chance scappata via due anni prima con gli interessi. Come a dire 'scusate il ritardo'.

E nella notte del tricolore cucito sulla maglia nerazzurra insieme alla seconda stella non poteva che esserci la firma d'autore di Marcus Thuram, proprio contro quel Milan solo sfiorato per poi virare sull'altra sponda del Naviglio e sull'azzurro col nero invece del rosso.

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