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Perché il Milan non esonera Pioli: progetto, contratto e mancanza di alternative

Partiamo da un assunto fondamentale: se Paolo Maldini non fosse stato esautorato dal suo ruolo di direttore dell’area tecnica, oggi Stefano Pioli non sarebbe più l’allenatore del Milan. O meglio, Pioli non sarebbe più da tempo sulla panchina del club rossonero. Perchè il cambio di guida tecnica, richiesto in queste settimane a gran voce dai detrattori dell’allenatore emiliano, era una delle granitiche convinzioni che Maldini aveva maturato già nel corso dell’ultima stagione, chiusa con la netta eliminazione nell’Euroderby di Champions e con un quarto posto maturato solo per demeriti (extracampo) altrui. Un ciclo giunto al termine secondo l’ex capitano rossonero, scontratosi però con la volontà diametralmente opposta della proprietà. Per Gerry Cardinale non era Pioli a dover fare le valigie…

Oggi, dopo 23 punti in 12 giornate e una qualificazione agli ottavi di Champions da conquistare nelle ultime due sfide, Stefano Pioli, insieme al suo staff, è sul banco degli imputati. Eppure da casa Milan confermano massima fiducia nel tecnico rossonero e assicurano che sua posizione non è in discussione, nonostante i soli due punti conquistati nelle ultime 4 partite di campionato e un distacco di 8 lunghezze dal’Inter capolista che appare già incolmabile.

Ma quindi perché il Milan non esonera Pioli?

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