Si chiama Sardar Azmoun, è iraniano, ha 22 anni e ha appena giocato la Champions League con la maglia del Rostov. Strana storia quella del centravanti finito nel mirino della Lazio. E’ lui il vero obiettivo per l’attacco biancoceleste, non Borini, per il quale Lotito già da qualche giorno non aveva acconsentito al pagamento di 2 milioni netti per l’ingaggio annuale dell’ex Sunderland e nemmeno “El Papu” Gomez, visto che l’Atalanta non è scesa di un centimetro dalla valutazione di 20 milioni di euro fatta per l’argentino nei vari incontri fatti nelle ultime settimane con il club Bergamasco e il suo direttore sportivo Sartori.
La Lazio ha ritenuto opportuno non portare avanti quelle due trattative per concentrarsi sul nome che consentirebbe a Inzaghi di cambiare modulo e stile di gioco nella prossima stagione. Dal ben rodato e consolidato 4-3-3, ad un più coperto 3-5-2, modulo con cui la squadra ha giocato le migliori partite, soprattutto negli ultimi mesi della stagione (i derby di Coppa Italia su tutti).
Azmoun infatti può fare la prima e la seconda punta. E’ un attaccante moderno, mobile e di grande classe. Può fare l’alternativa a Immobile, giocare insieme al ragazzo di Torre Annunziata oppure essere spostato come esterno d’attacco alla Keita.
Un attaccante funzionale alle diverse situazioni di gioco insomma. Potrebbe essere il secondo iraniano nella storia del calcio italiano dopo Rezai che arrivò nel 2001 per vestire le maglie del Perugia di Gaucci, quelle di Messina e Livorno. Azmoun ha giocato 41 partite nella stagione appena trascorsa, segnando 12 gol, di cui 2 in Champions League e uno in Europa League. Molto più importanti i numeri con la maglia della nazionale: 26 partite, 16 gol, è praticamente la stella del calcio italiano. I tifosi lo considerano il Van Basten iraniano.
Arriverebbe dalla stessa squadra dove la Lazio ha pescato Bastos, altro giocatore che conoscevano in pochi ma che si è rivelato uno degli acquisti più azzeccati dell’estate. I problemi per l’arrivo di Azmoun in biancoceleste sono due ma entrambi superabili: il primo riguarda la sua valutazione da 10/12 milioni che la Lazio sta scalando provando ad inserire una serie di bonus a rendimento, ma considerati gli ottimi rapporti con il club russo c’è fiducia sul fatto che l’operazione possa andare in porto su questo punto.
Prossima partita
Il secondo riguarda la posizione di Djordjevic. La Lazio sta provando a piazzarlo dall’anno scorso. Ha un ingaggio alto e si svincolerà a costo zero tra dodici mesi. Motivo per cui il direttore sportivo Tare ne sta parlando con l’Olympiakos, disposto a prenderlo subito ad una cifra di circa 2 milioni di euro, troppo pochi per il club biancoceleste, che comunque eventualmente si prenderebbe il rischio di non incassare nemmeno un euro nell’estate del 2018. Ecco perché con il passare delle settimane, le intenzioni comunicate al club greco potrebbero ammorbidirsi.
Il terreno comunque è battuto, se dovesse uscire Djordjevic la Lazio avrebbe già in mano il nome del sostituto. Non un nome di grande richiamo internazionale certo, ma quella che potrebbe essere davvero la grande scommessa dell’estate. Quelle che stuzzicano il club biancoceleste, che negli anni è andato a scovare tra gli altri Kolarov, Lichtsteiner, Milinkovic-Savic, Lulic, Wallace, lo stesso Bastos e tanti altri.