Mix Konko Mirante Gastaldello

I giocatori lanciati da Gasperini alla Juventus: da Konko a Gastaldello

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Gian Piero Gasperini la Juventus la conosce bene, anzi, benissimo. L'ha prima vissuta da calciatore negli anni di Paolo Rossi, Marocchino e Brio. E poi da allenatore. Sempre e rigorosamente avendo a che fare con il settore giovanile, argomento storicamente caro al tecnico grugliaschese.

Esordienti, due anni con i Giovanissimi, biennio con gli Allievi Nazionali, per poi chiudere l'esperienza bianconera alla guida della Primavera. Sempre e costantemente ottenendo ottimi risultati, gli stessi che hanno portato il mister piemontese a costruirsi una carriera di tutto rispetto nel calcio che conta.

Gasp fa miracoli, eccome. Lo sa bene l'Atalanta che, grazie agli insegnamenti dell'allenatore torinese, ha saputo alzare l'asticella a tal punto da arrivare fino ai quarti di Champions League e candidarsi per la lotta Scudetto. Missione impossibile, per tutti, ma non per lui.

Sognare. Parola d'ordine per l'attuale condottiero orobico, preposto come pochi altri al talento. Non a caso, sotto i suoi insegnamenti, diversi diamanti sono stati sgrezzati in funzione del grande salto. Alcuni, e non potrebbe essere altrimenti in base alla casistica, non ce l'hanno fatta. Altri, invece, sì e per parecchio tempo hanno fatto anche la differenza.

Una palestra straordinaria, unica, fondamentale per acquisire nozioni calcistiche e umane. Chi lavora quotidianamente con Gasperini sa benissimo come le regole siano ferree e intrasgredibili. Sbagliare, sostanzialmente, non è ammesso. 

Andare oltre di pensiero, di concetti, di ambizione. Un'aulica esposizione, con il Gasp, passa esclusivamente dall'organizzazione. Insomma, la bruttezza non è ammessa. Impossibile limitarsi al compitino, impossibile affidarsi alla remissività. Bellezza. Punto.

Concetti chiari fin dai tempi della Juve, dove Gasp ha conquistato un Torneo di Viareggio nel 2003. La manifestazione toscana, ancora oggi, vanta un fascino particolare. Ma in quegli anni, senza giri di parole, dominava. Ragion per cui, il successo della Signora in finale per 1-0 sullo Slavia Praga, con rete di Chiumiento, fu una grande soddisfazione per l'intera società bianconera.

Una squadra qualitativamente eccelsa formata tra gli altri da Mirante, Konko, Cassani, Gastaldello, Paro e Olivera. Con un grosso rimpianto, per ciò che sarebbe dovuto diventare, dal nome - appunto - Chiumiento , il quale a GOAL ha raccontato il suo più grosso rimorso:

"Ebbi una proposta importante da Gasperini. Avrei dovuto seguirlo al Crotone ma non volevo scendere di categoria. Fu una scelta completamente sbagliata ”.

Davide ChiumientoGetty

Restano i ricordi, ma anche qualche dispiacere. Soprattutto nel constatare come gente pregna di talento, ad esempio Gasbarroni, non sia riuscita a imporsi con costanza nell'élite nostrana. Mentre gli applicati, come Maietta e Sculli, le loro soddisfazioni se le sono tolte e neanche poche. 

Ora, a 66 anni, Gasperini si gode il momento. Il sogno di affermarsi a determinati livelli è diventato realtà: senza che nessuno gli regalasse niente, semplice e pura bravura. E chissà che un giorno il treno juventino non passi nuovamente. Un pensiero per ora lontano, ma guai a porsi limiti.

"La Juve per me è stata una scuola di vita: sono stato per 20 anni nelle giovanili bianconere, da calciatore e da tecnico, e ho imparato tanto. Poi nella vita ci sono i momenti, i ‘se’ e i ‘ma’ ”.

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