Mattia Maggio

Mattia '5 Maggio': l'Inter e un sogno finito tra i dilettanti

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Oggi è il 5 maggio e vi vogliamo raccontare la storia di un grande talento italiano mai espresso, passato dal sogno Serie A al campionato regionale. Perché proprio oggi? Perché si chiama Maggio e gioca con la maglia numero 5.

DAL SALENTO A BADEN

Roberto Maggio, professione operaio, nel 1982 lascia Gallipoli insieme alla moglie Ivana e si trasferisce in Germania. Nel 1994 la coppia dà alla luce il piccolo Mattia, che all’età di 6 anni comincia a muovere i primi passi da calciatore nel VfB Vaihingen e nel 2004 entra a far parte del settore giovanile dello Stoccarda. Nel 2007 la famiglia Maggio ha l’occasione di tornare a casa, in Salento, per il torneo giovanile “Carnevale di Gallipoli”, al quale partecipano anche il club tedesco e Mattia è tra i protagonisti della manifestazione.

Due anni dopo arriva la chiamata di Steffen Freund, ex centrocampista del Borussia Dortmund, all’epoca commissario tecnico della Nazionale Under 16 tedesca: tre presenze in amichevoli e un goal per Mattia, che l’anno successivo opta però per la maglia azzurra, rispondendo alla convocazione dell’Italia Under 17 di Pasquale Salerno.

BATTESIMO A SAN SIRO

Nel 2011 è Mauro Pederzoli, direttore sportivo del Novara, a scommettere su Maggio: in estate il club piemontese lo acquista a titolo definitivo dallo Stoccarda, ma per ragioni legate al tesseramento deve attendere fino a gennaio per mettersi a disposizione del tecnico della Primavera Gattuso.

L’esordio però viene ancora rimandato a causa di un’infiammazione al tendine del retto femorale della coscia. In tutto disputa solo 5 partite realizzando 2 goal ma a fine stagione arriva la gioia più grande: si gioca Milan-Novara, ultima gara del campionato di Serie A 2011/2012 e Tesser decide di regalare una passerella da sogno al giovane attaccante, mandandolo in campo all’87’ al posto di Pesce.

Una giornata indimenticabile per Mattia, cresciuto col mito di Zlatan Ibrahimovic, suo avversario all’esordio tra i ‘pro’. A fine gara stenta ancora a crederci: “A vedere quel campo dal vivo stavo per svenire”.

IL RITORNO IN GERMANIA

Il Novara retrocede, Maggio riparte dalla Primavera ma a gennaio, dopo 5 goal in 14 presenze nel Girone A, la Germania torna a bussare alla sua porta: stavolta è l’Amburgo a puntare su di lui, prelevandolo a titolo definitivo dai piemontesi. 3 goal in 4 gare con l’Under 19 e il passaggio immediato alla squadra riserve, con la quale realizza una sola rete in 12 presenze.

Mattia Maggio Hamburger SVBongarts

L’esplosione avviene però nella stagione successiva: gli 8 goal in 22 apparizioni con l’Amburgo II allenato dall’argentino Cardoso non passano inosservati ai piani alti. Complice l'indisponibilità di Lasogga, il tecnico della prima squadra Mirko Slomka lo lancia in Bundesliga in occasione del match contro il Bayer Leverkusen: Maggio subentra al 77' al posto di Zoua, candidandosi al ruolo di possibile rivelazione nel finale di stagione dell'Amburgo.

PIU’ FORTE DELLA SFORTUNA

A rendere ancor più speciale la storia di questo ‘tedesco del Salento’ è la straordinaria forza d’animo con la quale Mattia è riuscito a superare un grande ostacolo: nel 2010, durante un incidente, una scheggia di vetro lo ha colpito all’occhio sinistro, lasciandogli soltanto il 10% di visibilità. “Ormai ci sono abituato, devo girarmi per guardare a sinistra”, ha raccontato l’attaccante, che nonostante la paura e una lunga assenza non ha voluto smettere di rincorrere il suo sogno.

L'INTER, LA JUVE... IL 5 MAGGIO

Il talento di Maggio non passa inosservato e in quel periodo tutte le big italiane lo mettono nel mirino. Juventus, Inter e Milan: "Sì, sento delle voci o mi riferiscono di articoli sui giornali. Io però non so nulla e vedremo cosa mi riserverà il futuro, anche se spero tanto di tornare a giocare in Italia: mi piacerebbe moltissimo”.

La favola di Maggio si interrompe però quando l'Amburgo decide di non rinnovare il suo contratto nell'estate del 2014. Alla fine in Italia ci giocherà, ma al Mantova, in Serie C, in un stagione che si rivelerà disastrosa per lui (una sola presenza) e per la squadra, salvatasi soltanto ai playout.

Mattia Maggio

Maggio torna così nuovamente in Germania e trova la sua dimensione nel Dassendorf, club dilettantistico che milita in quinta divisione.

Gioca con il numero 5 e l'associazione è immediata. 5 Maggio, una data che per il calcio italiano significa soltanto una cosa, un giorno che rappresenta il dramma dei tifosi dell'Inter e l'estasi di quelli della Juventus.

Sembra una scelta fatta ad hoc, uno sfottò mirato. In realtà però Maggio è un super tifoso dell'Inter e in passato ha pure dichiarato che il suo sogno sarebbe stato vestire la maglia nerazzurra un giorno.

Magari è un numero fortunato, magari è appassionato di Manzoni. Oppure, da interista, è semplicemente masochista.

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