Mateja KezmanGetty

Monaco mancato, religione e follia: 10 cose che non sai su Mateja Kezman

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Mateja Kezman è stato un grande attaccante, forse non abbastanza, ma per un tempo utile a far innamorare di lui un'intera generazione. E' stato e continua ad essere un uomo dannatamente complicato, al limite tra il mistico e il reale.

Oggi ha 44 anni e noi abbiamo scelto dieci aneddoti per descriverlo, dieci cose che forse non conoscevate di un personaggio unico.

BATMAN E ROBIN

Al PSV, nei primi anni 2000, c'era un coppia che sapeva come scatenare il panico calcistico, composta da Mateja Kezman e Arjen Robben. I due erano talmente affiattati, talmente in sintonia da essere chiamati 'Batman e Robben'.

IL RAPIMENTO SVENTATO

A 24 anni, quando era all'apice della carriera nel PSV, Kezman finì su tutti i giornali per una notizia di cronaca. Fu la prima volta, ma non l'ultima. L'attaccante riuscì infatti a sventare il suo rapimento progettato da una banda di delinquenti con lo scopo di chiedere il riscatto.

L'ESPULSIONE RECORD

Euro 2000, tra le squadre più intriganti e spettacolari c'era la Jugoslavia di Mihajlovic, Stojkovic e tanti altri campioni. Era anche la Jugoslavia di un giovane Kezman, che venne schierato in campo al posto di Mijatovic contro la Norvegia, venendo espulso dopo 37 secondi. Un record, che rimane tale ancora oggi. Quella rimarrà l'esulsione più rapida nella storia degli Europei.

"Non ricordo niente di cosa è successo dopo, ho un buco nero. Ero in campo con la Nazionale, tutto quello che sognavo da quando ero un bambino di dieci anni. Volevo soltanto stupire, ma non ci sono riuscito a causa della mia stupidità".

IL COLPO DI MOURINHO

Mateja Kezman ChelseaGetty

Batman e Robben si trasferirono insieme al Chelsea. Fallirono entrambi, ma soprattutto Kezman, che da colpo voluto da Mourinho in persona si è trasformò in colossale flop di mercato. Per Batman fu l'inizio del declino, proseguito nell'Atletico Madrid e confermatosi in maniera definitiva al PSG, dove se ne andò in guerra con i tifosi.

I TATUAGGI E GESU'

Kezman

Fede e follia, follia e fede. Nella carriera di Kezman sono stati questi gli ingredienti principali. La fede ha placato spesso la follia e, come dice lui, gli ha mostrato la strada da seguire nei momenti più difficili. Quando giocava nel PSV si faceva due ore di macchina per incontrare un prete e pregare senza essere disturbato.

"Andavo spesso a Dortmund a pregare, sono diventato più calmo attraverso la fede. I giocatori entrano spesso in grandi crisi psicologiche perché non hanno la forza necessaria per superarle. Non hanno nessuno a cui rivolgersi, le loro grida di aiuto finiscono spesso inascoltate. Io avevo il Signore a spingermi verso la giusta direzione".

A dimostrarlo sono i suoi tatuaggi, praticamente tutti a tema religioso. La frase "Only God can judge me" scritta sulla pelle e tante altre tratte dai testi di riferimento per la Chiesa ortodossa. Al Fenerbahce scendeva in campo con l'immagine di Gesù sotto la maglia.

LA VOCAZIONE DA MONACO

Una fede talmente forte da spingerlo quasi a diventare monaco, per dedicarsi completamente al Signore, senza nessuna distrazione.

"Da giovane, quando visitavo i monasteri, mi sentivo triste per i monaci. Ora li invidio, il loro è il sacrificio massimo per il Signore. Vivere in questo mondo è difficile, tante persone che conosco sono dipendenti dall’alcol, dalle sigarette, dalle donne. La mia unica passione strana sono i tatuaggi, ma con l’aiuto di Dio sta calando pian piano".

L'ESPERIENZA A HONG KONG

Prima di chiudere la sua carriera al BATE Borisov, in Bielorussia, Kezman ha voluto provare un'esperienza tanto strana quanto surreale nel campionato di Hong Kong. Rimase poco più di sei mesi in una squadra chiamata South China, segnando due goal in sei presenze.

LE ACCUSE OMOFOBE

Kezman si ritirerà a soli 32 anni, diventando subito direttore sportivo del Vojvodina nella sua Serbia. In quel periodo ad Amsterdam andava di scena il Gay Pride e qualche giornalista ebbe la maliziosa tanto furba idea di chiedere un parere a Kezman sulla decisione della federcalcio olandese di invitare alcuni allenatori ed ex calciatori alla parata. La risposta fu ovviamente da prima pagina.

"Se mi chiedete qualcosa sull’omosessualità, posso dire che è una cosa che mi crea problemi. È un disturbo che non dovrebbe essere sponsorizzato, se la Federcalcio serba avesse fatto una cosa del genere non l’avrei apprezzata. Purtroppo gli olandesi si stanno allontanando da Cristo e stanno viaggiando verso il collasso spirituale".

L'ennesimo cocktail tra fede e follia che ovviamente costerà a Kezman l'etichetta di omofobo e radicalista.

MILINKOVIC, IL SUO TESORO

Sergej Milinkovic-Savic Lazio 2019-20Getty

Kezman oggi è un procuratore, ma soprattutto è il procuratore di Milinkovic-Savic. "Ho conosciuto Sergej quando era nelle giovanili del Vojvodina, all’epoca nemmeno giocava". Negli anni, anche grazie al suo aiuto, è diventato uno dei centrocampisti più forti d'Europa. Fu Kezman a portarlo alla Lazio: "Ho dato la mia parola a Tare".

RICERCATO DALLA POLIZIA

Altro giro, altra notizia da prima pagina. L'ultima, almeno per adesso. Kezman finisce nella bufera con l'accusa di riciclaggio di denaro nell'ambito dell'indagine su quella che è stata definita la Calciopoli belga. Avrebbe riciclato 30 milioni in alcune operazione di mercato che hanno visto come protagonisti proprio Milinkovic-Savic ma anche un altro attuale laziale, Adam Marusic.

Per lui sarebbe dovuto scattare l'arresto, ma la polizia serba non è riuscito a trovarlo. Per un periodo circolò la notizia che fosse sparito. Nel frattempo il suo profilo Instagram, un tempo attivissimo, non è più visibile. Un mistero che verrà chiarito solo al termine delle indagini.

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