Lo stravolgimento rossonero della vigilia viene confermato alla lettura delle formazioni: Fonseca si affida a un coraggioso 4-4-2 con Leao e Pulisic sulle fasce a supportare Abraham e Morata.
Il coraggio del Milan, però, non è solo tattico e lo si capisce dai primissimi minuti. Morata ha subito una buona occasione e al secondo tentativo il Diavolo fa centro con una geniale invenzione di Pulisic, che ruba palla a centrocampo, lascia le briciole alla coppia Acerbi-Pavard e fa venire giù la Curva Sud battendo Sommer.
La partita è bella, il Derby è vivo. L'Inter ci mette un po' a far girare il motore, ma poco prima della mezz'ora trova il pari con l'uomo del popolo, Federico Dimarco, lui che questo derby ha rischiato di non giocarlo. II 32 nerazzurro avvia l'azione con un tocco di prima favoloso per Lautaro e poi la chiude, proprio su assist del Toro.
L'ultimo squillo del primo tempo è nerazzurro, con Thuram (bravo Maignan a distendersi), mentre il primo highlight della ripresa è senza dubbio Inzaghi che toglie Calhanoglu con mezz'ora ancora da giocare. Il turco, manco a dirlo, non la prende benissimo. Anche nel secondo tempo i ritmi sono abbastanza alti e le due squadre si affrontano senza paura. Ad andare più vicino al 2-1, però, è il Milan, prima con Leao (grande parata di Sommer, decisivo già poco prima su Reijnders) poi con Abraham che incrocia troppo il destro sprecando un'enorme occasione.
E alla fine la perseveranza paga dei rossoneri paga, con l'uomo meno atteso, un altro che non avrebbe pensato fino a qualche giorno fa di giocare questo derby da titolare, Matteo Gabbia, che svetta su tutti e incorna il pallone che rompe definitivamente la maledizione e consegna il derby al Milan dopo 6 ko di fila e 2 anni di astinenza.