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Allegri al Milan, la tensione con i 'senatori' e le stoccate di Berlusconi: "No el capisse un casso"

"Ho sempre detto che lui ha il physique du role".

L'investitura di Massimiliano Allegri come allenatore del Milan porta una firma pesante, ovvero quella di Adriano Galliani, attuale amministratore delegato del Monza allora ancora sulla tolda di comando del club rossonero al fianco di Silvio Berlusconi. Ed è proprio Galliani, ancora oggi grande amico ed estimatore di Allegri, a convincere un non convintissimo Cavaliere che l'uomo giusto per riportare il Milan ai vertici del calcio italiano è quel livornese che siede su una panchina di Serie A (quella del Cagliari) da sole due stagioni.

Il Diavolo, d'altronde, è da sempre nel destino di Max che come giocatore debutta in Serie A con la maglia del Pisa proprio nei minuti finali contro il Milan e sempre al Milan, ma col Pescara, il 13 settembre 1992 segna il suo primo goal nella massima serie in un rocambolesco quanto indimenticabile Pescara-Milan 4-5.

Allegri sbarca così a Milanello ma il giorno della presentazione come nuovo allenatore rossonero a prendersi la scena è Silvio Berlusconi, atterrato col suo elicottero e protagonista di un vero e proprio show davanti a microfoni e telecamere. Poco male perché qualche settimana dopo Max ottiene dal presidente un regalo decisamente gradito. Nell'ultimo giorno di mercato infatti sbarca in rossonero Zlatan Ibrahimovic, l'uomo intorno al quale Allegri costruisce la sua squadra.

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Allegri IbrahimovicGetty Images

Il debutto a 'San Siro', datato 29 agosto 2010, è roboante: 4-0 al Lecce con doppietta di Pato, goal di Thiago Silva e Pippo Inzaghi. Sarà l'inizio di una marcia trionfale che vede il Milan prima laurearsi campione d'inverno e poi tornare a vincere lo Scudetto sette anni dopo l'ultima volta. La rosa del Diavolo d'altronde è ricchissima: da Nesta a Ronaldinho, da Pirlo a Seedorf. Senza dimenticare Antonio Cassano e Robinho. La stella però come detto è Ibra, autore di 14 goal ma soprattutto di 12 assist che permettono anche a un gregario come Nocerino di segnare ben 10 reti in campionato. Tutto bello? Tutto facile? Non proprio.

Nonostante gli ottimi risultati, infatti, il rapporto tra Allegri e il presidente Berlusconi inizia presto a scricchiolare. E le battute pungenti da parte del Cavaliere non mancano di certo, come quella successiva a una sconfitta contro la Juventus: "Suggerimenti per Allegri? Che si pettini prima di andare a fare le interviste". Altro che physique du role, insomma.

Berlusconi non perdona ad Allegri il graduale accantonamento di Ronaldinho, vero e proprio pupillo del presidente, ma anche quello di alcuni senatori rossoneri, primo tra tutti Andrea Pirlo al quale il tecnico preferisce l'olandese Van Bommel tanto che il regista bresciano non rinnova il contratto col Milan e nell'estate 2011 si trasferisce a parametro zero alla Juventus, con cui scucirà lo Scudetto dalle maglie rossonere.

Allegri Pirlo MilanGetty Images

La seconda stagione di Allegri al Milan, forse, è quella più difficile. Dopo il trionfo in Supercoppa Italiana contro l'Inter infatti arrivano solo delusioni. E sul tecnico livornese iniziano a piovere critiche. Il tricolore conquistato qualche mese prima diventa presto un lontano ricordo fino al passaggio di consegne con la Juventus di Conte, con tanto di infuocate polemiche arbitrali per il famigerato goal di Muntari non convalidato nello scontro diretto di 'San Siro' che fa perdere la pazienza anche al solitamente pacato Allegri.

 "Diciamo che è stato un episodio simpatico, e che la mia squadra ha fatto una grande partita. Diciamo pure che, a volte, a star zitti sarebbe meglio. Io comunque mi diverto, sono toscano e le battute mi piacciono. E' evidente che quell'episodio ci ha penalizzato e che la partita è stata falsata. Sarebbe stato il 2-0 per noi".

Una posizione in parte ritrattata qualche tempo dopo quando, intervistato da 'Gazzetta TV', ammetterà di aver esagerato nell'alzare i toni.

"Sicuramente in quel momento lì sbagliai io, perché non dovevo fare dialettica con la Juventus. Noi eravamo i più forti, eravamo in testa al campionato ed era successo un episodio che nel calcio può capitare… Forse a volte è meglio stare zitti, credo che dopo il goal non dato a Muntari un silenzio fino al termine del campionato sarebbe stato più intelligente".

Intanto anche all'interno dello spogliatoio inizia a esserci qualche frizione, come quella con Ibrahimovic in occasione del ritorno degli ottavi di Champions League contro l'Arsenal quando il Milan, che ha vinto l'andata per 4-0, perde 3-0 all'Emirates rischiando una clamorosa eliminazione.

"Allegri era tutto contento - il racconto dell’accaduto di Ibrahimovic in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ - È vero che avevamo passato il turno, ma non c’era nulla da ridere, e gliel’ho fatto notare. Allegri mi rispose: ‘Tu Ibra pensa a te, che hai fatto cagare'. Gli ho ribattuto che aveva fatto cagare lui: per paura si era portato due portieri in panchina”.

Non il clima migliore, insomma. Come se non bastasse nell'estate 2012 ecco una vera e propria rivoluzione che porta ai contemporanei addii di Nesta, Zambrotta, Gattuso, Seedorf e Filippo Inzaghi oltre alle cessioni di Thiago Silva e dello stesso Ibrahimovic, passati entrambi al PSG proprio nelle ultime ore di mercato. La sensazione, fortissima, è quella della fine di un ciclo. Un po' per necessità, un po' per scelta di Allegri al quale alcuni dei senatori rossoneri non le manderanno a dire.

"Io e Nesta abbiamo lasciato il Milan perché Allegri non ci voleva", confessa ad esempio Gattuso. Ancora più duro sarà Clarence Seedorf, intervistato da 'SporTv'.
"Ho lasciato il Milan per colpa di Allegri, con lui non c'era feeling.  Mi faceva giocare le grandi partite contro Juventus o Barcellona e poi mi mandava in panchina per altre quattro gare, mentre io avevo bisogno di continuità. E' stata una vergogna. Lo dico anche per quanto accaduto a Nesta e Maldini, che sono stati costretti a ritirarsi".

Accuse pesanti da cui Allegri si difende in un'intervista concessa a 'La Stampa.

"Serviva un cambio generazionale, sarò antipatico ma così va la vita. Ancelotti è stato fortunato ad allenare gente come Gattuso, Inzaghi, Nesta e Seedorf nel fior fiore della loro carriera. Anch’io avrei voluto averli a disposizione con sette anni in meno. Serve coraggio per prendere decisioni dolorose e il Milan lo ha avuto. Parlare di questi campioni continuamente è sbagliato, è una mancanza di rispetto nei confronti di chi è rimasto. Forse risulto antipatico perché sono una persona diretta, magari avrei dovuto prenderli in giro".

L'inizio della stagione 2012/13, la terza di Allegri sulla panchina del Milan, è decisamente difficile con soli 7 punti raccolti nelle prime 8 partite. E il rapporto tra il tecnico e Berlusconi vacilla sempre di più col Cavaliere che durante un evento elettorale si lascia sfuggire una battuta eloquente: "Allegri? No el capisse un casso". A difendere l'allenatore è sempre Adriano Galliani.

Alla fine Allegri, anche grazie all'acquisto di Mario Balotelli durante il calciomercato di gennaio e all'esplosione del giovane El Shaarawy, riesce a trovare il bandolo della matassa inanellando una lunga serie di risultati utili consecutivi che consentono al Milan di chiudere il campionato al terzo posto assicurandosi così la partecipazione alla Champions League, Champions da cui i rossoneri vengono nuovamente eliminati agli ottavi di finale, stavolta per mano del Barcellona che rimonta il 3-0 di 'San Siro' battendo il Diavolo 4-0 al 'Camp Nou'. A fine stagione inoltre un altro senatore saluta la compagnia: stavolta è turno di Massimo Ambrosini, che cede la fascia da capitano a Riccardo Montolivo.

Allegri SeedorfGetty Images

Allegri intanto è sempre più solo, dato che oltre al presidente Berlusconi anche la figlia Barbara, che inizia ad affiancare Galliani nella gestione del club, non è una grande ammiratrice (eufemismo) del calcio proposto dal tecnico livornese. L'allenatore è comunque confermato per la stagione 2013/14 ma, dopo aver chiuso il girone d'andata con soli 22 punti a -20 dalla zona Champions, viene esonerato. Fatale la sconfitta esterna contro il Sassuolo (la squadra che lo ha lanciato come tecnico) firmata da Domenico Berardi, partita al termine della quale arriva una durissima nota della nuova vicepresidente Barbara Berlusconi all'ANSA.

"Non è più tollerabile che i nostri tifosi assistano a prestazioni inaccettabili come questa. Ora basta, è stato superato ogni limite. E' indispensabile un cambiamento".

La sponda di Adriano Galliani non basta più, Allegri viene ufficialmente esonerato il 13 gennaio 2014.

"L'AC Milan comunica di aver sollevato dall’incarico di allenatore della prima squadra, con effetto immediato, il Signor Massimiliano Allegri e il suo staff. L'AC Milan desidera ringraziare il Signor Allegri e il suo staff per l’opera svolta e augura loro i migliori successi professionali. La squadra è provvisoriamente affidata alla guida tecnica del Signor Mauro Tassotti".

A succedergli sulla panchina rossonera per uno strano scherzo del destino sarà proprio Clarence Seedorf, ovvero uno dei 'senatori' più duri nei suoi confronti. L'olandese è una scelta personale di Silvio Berlusconi, che ne ha sempre apprezzato qualità tecniche e umane. L'avventura di Allegri come allenatore del Milan invece si chiude dopo tre anni e mezzo, uno Scudetto e una Supercoppa Italiana ma anche tante, troppe, incomprensioni e un rapporto mai del tutto decollato con la proprietà e una parte dello spogliatoio.

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