Giocatore atipico dalle caratteristiche peculiari, è stato uno dei più forti attaccanti brasiliani fra gli anni Ottanta del secolo scorso e la prima metà degli anni Novanta. Fisicamente esile ma rapidissimo nel breve, sapeva liberarsi con facilità dalla marcatura avversaria ed era dotato di un tiro forte e preciso. La sua intelligenza in campo, inoltre, gli permetteva di saper leggere in anticipo gli sviluppi dell'azione.
José Roberto Gama de Oliveira, che tutti conosceranno come Bebeto, grazie a queste qualità nella sua carriera calcistica ha scritto pagine importanti del calcio brasiliano e mondiale. Le cose più importanti della sua carriera le ha fatte a livello di Nazionale brasiliana in coppia con il suo gemello 'diverso' Romario, al cui fianco ha segnato caterve di goal e vinto i Mondiali di USA '94.
BEBETO, 'IL BAMBINO PIAGNONE'
Nato a Salvador, capitale dello Stato brasiliano di Bahia, il 16 febbraio 1964, di famiglia borghese, José Roberto inizia a giocare a calcio nel Vitória, la squadra più importante della sua città. Rispetto ad altri grandi stelle brasiliane, Il futuro campione del Mondo studia e si impegna a scuola, e oltre a questo è educato e molto religioso.
Anche in campo ringrazia sempre Dio.
"Quando sono nato - dirà - Dio mi ha scelto e mi ha detto: 'Questa è la strada, ragazzo' ".
Gioca inizialmente da trequartista, svariando su tutto il fronte offensivo, e nel 1982, all'età di 18 anni, debutta in Prima squadra e segna al Botafogo il primo goal della sua carriera nel campionato baiano. L'impatto con il calcio professionistico non è però per lui semplice. Per la sua struttura fisica soffre la fisicità degli avversari, che spesso per fermarlo non esitano a ricorrere al fallo. Lui, in tutta risposta, va spesso a lamentarsi con gli arbitri.
Si guadagna così il soprannome di 'El bebé chorao', 'Il bambino piagnone', e diventa noto a tutti con lo pseudonimo di Bebeto. Nel 1983 è il Flamengo del suo idolo Zico a puntare su di lui e a portarlo a Rio De Janeiro, facendogli firmare il suo primo contratto da professionista.
E la figura del 'Galinho', che Bebeto avrà modo anche di conoscere per un breve periodo prima del passaggio del numero 10 all'Udinese, avrà un peso importante sulla carriera del giocatore di Bahia. Il 23 marzo 1983 il giovane talento fa l'esordio in rossonero contro il Tiradentes, mentre il primo goal arriva contro il Goytacaz, il 10 luglio. L'anno dopo, a 20 anni, arriva l'esplosione.
Nel 1984 Bebeto segna infatti 5 reti nel campionato carioca, 5 goal nel campionato brasiliano e 4 in Copa Libertadores. Tutti si accorgono che nelle file del Flamengo sta sbocciando un campione. Negli anni con il club rubronegro affina il suo dribbling e le qualità tecniche, e sviluppa un gran fiuto per il goal. Il suo bottino realizzativo aumenta costantemente di anno in anno, e arrivano per lui i primi titoli: nel 1986 vince il Campionato carioca, e nel 1987 conquista a suon di reti la Copa União.
Ma l'anno della svolta per l'attaccante è il 1988, quando inizia a fare sfacelli nella Nazionale olimpica in coppia con Romario, altro campione emergente, più giovane di lui di 2 anni.
ReproduçãoI GEMELLI 'DIVERSI': DALLE OLIMPIADI ALLA COPA AMERICA
Il primo impatto di Bebeto con la Nazionale risale al 1983, quando, a 19 anni, la giovane punta, appena passata al Flamengo, è aggregata alla rosa della Seleçao Under 20 che partecipa ai Mondiali di categoria in Messico. I verdeoro, trascinati dall'illusoria stella di Geovani e dal centrocampista Dunga, vincono il torneo battendo in finale gli storici rivali dell'Argentina.
Bebeto è una riserva, ma riesce comunque a mettersi in evidenza con un goal nel quarto di finale contro la Cecoslovacchia (4-2) e in finale gioca gli ultimi 8' subentrando a Marinho. Nel 1985 l'attaccante del Flamengo fa anche il suo esordio nella Nazionale maggiore in una gara amichevole contro il Perù, tuttavia è con l a squadra Olimpica guidata da Carlos Alberto Silva che avviene la svolta. Al suo fianco gioca infatti Romario, il ragazzo venuto dalle favelas.
Le due punte incarnano un po' le due anime del Paese: quella nera e popolare, Romario, quella portoghese e borghese, invece, Bebeto. Sono molto diversi, anche caratterialmente all'opposto, ma in campo parlano la stessa lingua e dialogano in modo eccezionale, quasi avessero sempre giocato insieme. Bebeto sa come servire Romario, 'O Baixinho' intuisce i movimenti del suo compagno di reparto e gli sfrutta alla perfezione.
Dei 12 goal segnati dalla Seleçao alle Olimpiadi di Seul, ben 9 portano la firma dei due attaccanti: 7 li segna Romario, capocannoniere del torneo e più finalizzatore, 2 Bebeto.
La stampa brasiliana ci gioca un po', costruendo un presunto dualismo. Qualcuno scrive addirittura che le due giovani promesse si odiano, la verità è invece che si rispettano e si stimano a vicenda, pur essendoci una certa rivalità, sopratutto a livello di club.
Il Brasile in Corea del Sud arriva secondo, battuto in finale dall'U.R.S.S. di Mikhailichenko, ma nella Copa America 1989 i verdeoro sbaragliano la concorrenza conquistando il titolo di campioni sudamericani dopo 40 anni.
A trascinare la Seleçao di Sebastião Lazaroni sono ancora loro, Bebeto e Romario, che portati in tandem in Nazionale A, rispetto all'anno precedente si scambiano i ruoli: il primo veste i panni del bomber della squadra, laureandosi capocannoniere del torneo con 6 reti, il secondo ne mette a referto comunque 3 ed è una sentenza soprattutto nel Girone finale, che vede andare a rete soltanto i gemelli del goal in salsa verdeoro.
Social Media"Ci siamo capiti magnificamente - spiegherà Romario - Quando la squadra faceva le esercitazioni tattiche durante l'allenamento, io e Bebeto quasi non partecipavamo. Ci siamo impegnati separatamente, perché senza lavoro ci siamo sentiti bene l'un l'altro. Bebeto è sempre stato un giocatore eccezionalmente intelligente. Mi ha aiutato costantemente, quindi abbiamo avuto questo tipo di chimica".
CAMPIONE DEL MONDO A USA '94
La prova del nove per Bebeto e Romario sarebbe rappresentata dai Mondiali di Italia '90, ma entrambi arrivano all'appuntamento in precarie condizioni fisiche per degli infortuni. Lazaroni relega i gemelli 'diversi' del goal in panchina a vantaggio di Careca e Muller, e la Seleçao esce anzitempo negli ottavi di finale, perdendo il Supeclasico contro l'Argentina di Maradona.
Per Bebeto in tutto appena una presenza nella gara del Girone contro il Costa Rica. Negli anni seguenti torna ad essere un punto fermo della Seleçao, e con 4 anni di ritardo, nel 1994, torna a guidare con Romario l'attacco della Nazionale brasiliana ai Mondiali di USA '94. L'esperienza in Europa lo ha reso più forte sul piano muscolare e dell'esplosività e l'intesa fra i due gemelli 'diversi' del goal è il filmrouge che porta la squadra di Carlos Alberto Parreira a vincere il trofeo.
Nel cammino verso la finale di Pasadena, Romario e Bebeto segnano 8 goal in 7 partite: 5 'O Baixinho', 3 l'attaccante di Bahia, il cui sigillo più famoso è senza dubbio quello che regala ai suoi il raddoppio contro l'Olanda nei quarti di finale. Due giorni prima di quella partita è nato il suo terzo figlio Mattheus Oliveira (così chiamato in onore del giocatore Tedesco Lothar Matthaus) e Bebeto, che non ha potuto assistere alla nascita, decide di dedicargli il suo goal. Così corre verso la linea laterale e inizia a dondolare le braccia, come se stesse cullando un bambino immaginario. A lui si aggiungono Mazinho e proprio Romario.
"Dopo aver segnato - racconterà - la prima cosa che mi è passata per la testa è stato mio figlio, perché era l’unico che non avevo visto nascere, e questo perché evidentemente ero ai Mondiali. Quindi quando ho segnato mi è venuto in mente di mimare il gesto di chi culla un bambino tra le braccia… Anche solo parlarne adesso mi viene la pelle d’oca. Mentre facevo quel gesto, poi, guardo di traverso e vedo Mazinho e Romario fare la stessa cosa accanto a me... Credo che la forza di quest’esultanza iconica stia tutta nella spontaneità".
In semifinale, al termine di una gara equilibrata con la Svezia, è un guizzo del solito Romario a portare i verdeoro in finale. La sfida con l'Italia è equilibrata e ad alta tensione. Si va ai rigori, e gli errori di Baresi, Massaro e Baggio portano la Coppa del Mondo in Brasile. Bebeto era stato designato come 5° rigorista, ma il suo rigore non avrà bisogno di batterlo.
"Io e Bebeto siamo diversi. - dirà ancora Romario, parlando del suo compagno di reparto - Lui è il tipo che se ne sta a casa, io sono un gatto randagio. L’unica cosa che abbiamo in comune è che entrambi segniamo goal. Bebeto è un giocatore molto più costante di me. Per tutti i 90 minuti resta concentrato su quello che sta succedendo in campo. La mia forza invece è nel disinteresse: quando mi vedono in campo pensano che io stia addormentato. Un errore che può essere fatale per tutti".
L'attaccante di Bahia gioca anche le Olimpiadi di Atlanta del 1996 come fuoriquota, e assieme ad Hernan Crespo con 6 goal si laurea capocannoniere del torneo, chiuso dal Brasile al 3° posto. L'anno seguente è nella rosa della squadra che vince la Confederations Cup. Nel 1998 disputa in Francia anche i Mondiali '98, i terzi della sua carriera, collezionando altre 7 presenze e 3 goal come 'spalla' del 'Fenomeno' Ronaldo, per un bottino complessivo di 15 gare e 6 reti nelle fasi finali.
Chiude la sua lunga storia d'amore col Brasile proprio nella finale di Saint-Denis, persa 3-0 contro la Francia di Zinedine Zidane, all'età di 32 anni, dopo aver totalizzato 39 goal in 75 presenze.
Getty ImagesBEBETO IN EUROPA: GOAL E RECORD CON IL DEPORTIVO
Se la fama di Bebeto è legata principalmente alle sue prestazioni col Brasile, meno brillante ma comunque importante è stata anche la carriera di club. Nel 1989, dopo 6 anni consecutivi al Flamengo, il giocatore di Bahia si strasferisce al Vasco da Gama, che lo sceglie, curiosamente, proprio per rimpiazzare Romario, trasferitosi in Europa al PSV Eindhoven.
Con la squadra bianconera Bebeto vince il campionato brasiliano e si laurea per il 2° anno consecutivo re dei bomber del campionato carioca (17 goal nel 1988 col Flamengo, 18 nel 1989 con il Vasco). Grazie alla strepitosa Copa America, alla fine del 1989 è nominato Calciatore sudamericano dell'anno.
Nel 1991 i problemi fisici ne condizionano il rendimento, ma nel 1992 Bebeto è nuovamente sulla cresta dell'onda nel 1992, quando, dopo 18 goal in 25 gare, attira su di sé le attenzioni del Deportivo La Coruña. I galiziani ne rilevano il cartellino e lo portano nella Liga, dove ha un impatto devastante.
Bebeto, nel suo primo anno in Spagna, segna 29 goal in 37 partite, conquista il titolo di 'Pichichi' e trascina la squadra dai bassifondi della classifica ad un brillante 3° posto che gli vale la qualificazione alla Coppa UEFA. Il 1993/94 vede l'attaccante brasiliano esordire nelle Coppe europee con gli spagnoli (3 reti in 4 gare in UEFA). Resta in Galizia per 4 anni, vincendo una Copa del Rey nel 1994/95 e la Supercoppa di Spagna nel 1995.
Sempre nel 1995 stabilisce con la maglia del Deportivo un record difficilmente superabile, quello del poker più veloce di sempre nella Liga. Il brasiliano il 1° ottobre 1995 travolge l'Albacete al Riazor con una storica cinquina, di cui 4 reti arrivano nello spazio di appena 6 minuti: dopo il vantaggio a inizio gara, Bebeto si ripete nei minuti 83, 84, 86 e 89.
Nel 1996, dopo 4 stagioni con 100 goal segnati in 149 gare, fa ritorno in Brasile ancora con il Flamengo (15 goal nel campionato brasiliano), salvo poi fare marcia indietro e giocare (poco) in Spagna con il Siviglia. L'esperienza è deludente (5 presenze senza goal) e a fine anno gli andalusi retrocedono. Bebeto fa le valigie e torna nuovamente in Sudamerica.
Getty ImagesGLI ULTIMI ANNI, LA POLITICA E I FIGLI VIP
Nel Vitória, la squadra di casa, Bebeto ritrova brillantezza e nel 1997 vince il campionato baiano. Gli ultimi anni della sua carriera lo vedono cambiare tante casacche: Botafogo in patria, Toros Neza in Messico, Kashima Antlers in Giappone, di nuovo Vitória e Vasco da Gama in Brasile. Prima di appendere gli scarpini al chiodo fa anche un'esperienza in Arabia Saudita con l'Al-Ittihad, club con il quale si ritira dal calcio giocato nel 2002 all'età di 38 anni.
Nel dicembre 2009, Romario lo vorrà sulla panchina dell'America di Rio de Janeiro: i risultati dell'ex attaccante nel campionato carioca saranno però deludenti, e Bebeto chiuderà con l'esonero da parte del suo gemello 'diverso', Direttore generale del club, dopo sole 8 giornate.
L'ex bomber del Deportivo decide allora di darsi alla politica e nel 2010, proprio quando 'O Baixinho' approda in Parlamento con il Partito socialista, è eletto deputato regionale.
Sempre molto riservato quando giocava, il campione brasiliano ha tre figli, di cui due molto conosciuti: due maschi, Mattheus Oliveira, che ha seguito le sue orme e attualmente gioca in Portogallo con il Mafra dopo le esperienze con Coritiba e Sporting Lisbona, e Junior, e una femmina, Stéphanie, celebre per aver lavorato come modella e attrice e per essere la compagna del calciatore Carlos Eduardo, di cui qualche tempo fa ha dichiarato:
"Ha un grande cuore ed è in tutto per tutto uguale a mio padre".