Il fiume Moldava divide fisicamente e idealmente Praga in due parti. Una scissione naturale, che da oltre un secolo si riflette in una rivalità calcistica vissuta a 360 gradi. Due identità, due filosofie e stili in cui i tifosi si identificano nella routine quotidiana. Un antagonismo sportivo che si trasforma in due modi di vivere e di pensare differenti.
La sponda orientale e quella occidentale della capitale ceca – che da secoli rappresenta un polo di storia, cultura e tradizione, oltre a regalare panorami mozzafiato – si tingono di biancorosso a est e granata a ovest, secondo quella divisione calcistica che vede al centro il Ponte Carlo, una delle attrazioni turistiche più rinomate e tra i luoghi cardine di Praga.
Quella tra Slavia e Sparta è una rivalità che va ben oltre la sfida che da oltre un secolo infiamma il Paese sul rettangolo verde di gioco con l’obiettivo di conquistare la supremazia cittadina e nazionale. C’è l’aspetto territoriale, con Vršovice come quartier generale dei ‘Sešívaní’ e le zone di Letná e Holešovice per i ‘Rudí’, e quello sociale, con lo Slavia ideologicamente legato alla classe borghese mentre lo Sparta alla classe operaia.
Una competizione che trova la sua massima esaltazione in campo, con una continua sfida per la conquista dei trofei tra le squadre più titolate del Paese, oltre alla stracittadina, un appuntamento imperdibile che può segnare un’intera stagione e l’umore delle due piazze.
Il processo di crescita in termini di risultati, dentro e fuori campo, passa attraverso una programmazione che Sparta e Slavia continuano a maneggiare con estrema cura. Tra questi aspetti c’è senza dubbio l’attenzione per il settore giovanile, con la corsa ai migliori talenti del Paese e la meticolosità nella crescita e nello sviluppo dei ragazzi.
Prossima partita
Il lavoro e la cura dei dettagli stanno ricompensando anche le due società praghesi. Se da una parte lo Sparta ha da poco salutato Adam Hložek, passato al Bayer Leverkusen a suon di milioni, e si gode l'ascesa di Adam Karabec, sull’altra sponda della Moldava c’è un gioiellino che passo dopo passo, dopo la trafila nelle giovanili, si è guadagnato un posto in prima squadra e un ruolo da protagonista nonostante la carta d’identità alla voce data di nascita, reciti: 19 febbraio 2004.
Martin Malý - SK Slavia PrahaIn pochi mesi, Daniel Samek è riuscito a scalare le gerarchie dell’allenatore Jindřich Trpišovský e ritagliarsi il suo spazio tra campionato, Coppa Nazionale e Coppe Europee, con il debutto nei playoff di Europa League e le presenze nella fase a gironi di Conference League. Un’ascesa che può sembrare rapida, ma che in realtà è il frutto di un lavoro che parte da lontano e che ha permesso a Samek di non bruciare le tappe e arrivare pronto all’esame tra i ‘grandi’.
Otto chilometri. È la distanza che divideva il piccolo villaggio di Chaloupky, periferia nord-ovest della città, al centro d'allenamento del Hradec Králové. Un tragitto che Daniel ha percorso dai quattro anni fino all'età di 14 anni, quando lo Slavia Praga ha deciso di puntare su di lui e portarlo nella capitale. Proprio come i vari Holeš, Skácel, Piták, Plašil, Pilař e Zelený, dopo aver tirato i primi calci al pallone nel club bianconero, Samek si è trasferito a Praga, nel settore giovanile dei ‘Sešívaní’.
Petr Hurych, attuale responsabile del settore giovanile dello Slavia Praga, ricorda a GOAL l’arrivo di Samek:
“A notarlo furono lo scout Milan Šimůnek e il capo allenatore delle squadre giovanili Miroslav Beránek. A colpirli fu l’intelligenza nelle letture delle fasi di gioco a soli 14 anni. Quando selezioniamo calciatori fuori Praga, proviamo a immaginare il loro percorso verso la prima squadra, ma onestamente no, non pensavamo che il suo arrivo tra i ‘grandi’ sarebbe stato così veloce”.
Eppure le premesse sembravano altre:
“Quando è arrivato, Daniel non spiccava tra i suoi coetanei e non era considerato un astro nascente. Ma la sua determinazione e la passione per il gioco lo hanno portato passo dopo passo a diventare uno dei migliori giocatori della sua età”.
Non sono mancati gli ostacoli nel percorso di Samek. Ai tempi del Hradec Králové, Daniel era indisciplinato e trovò sulla sua strada un allenatore 'vecchia scuola' come Ladislav Brož. Il tecnico ha rivelato in un'intervista al quotidiano 'iDNES' che a 13 anni il centrocampista fu vicino a lasciare il calcio.
"Non lo facevo giocare perché non giocava per la squadra e non rispettava le istruzioni. Spesso lo mettevo in panchina ed era arrabbiato con me. Rischiò di proseguire di interrompere la carriera nel calcio e continuare il suo percorso nel floorball".
Poi è scattato qualcosa nella testa del classe 2004, che ai microfoni di GOAL ricorda il suo trasferimento a Praga:
"Non sapevo cosa aspettarmi. A Hradec Králové giocavo sempre nella squadra con ragazzi più grandi di un anno rispetto alla mia età. Non sapevo se allo Slavia ce l’avrei fatta. Ho incontrato un paio di volte la società qui a Praga, visitato le strutture, conosciuto gli allenatori. Volevo venire qui, avevo solo un po' di paura. La mia volontà è stata sempre quella di giocare nello Slavia. Dopo aver superato il periodo iniziale, non c’era più nulla che potesse fermarmi. E certamente non mi pento di quella scelta".
Con grande impegno e forza di volontà, il centrocampista classe 2004 è riuscito a superare i vari ostacoli e realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista. Dopo l’addio di Souček, passato al West Ham, lo Slavia ha prontamente pescato nel settore giovanile un calciatore che può ricalcare il percorso del centrocampista degli ‘Hammers’ della nazionale ceca.
A differenza di molti suoi coetanei ed ex compagni di squadra, Samek ha saltato lo step del prestito al Vlašim, club satellite dello Slavia che milita in seconda divisione, o del passaggio nella formazione B. Hurych racconta l’idea del club:
“C'è ancora un divario ampio tra la prima squadra e le squadre giovanili. Non è facile per un calciatore giovane adattarsi allo stile di gioco molto esigente della prima squadra. Ma il percorso che abbiamo creato per la loro crescita sembra essere perfetto. Crescono e sono pronti per le prime squadre attraverso questi passaggi. Abbiamo anche una squadra B molto giovane e diversi giocatori a Vlašim sono ancora nella formazione U19. Ci sono tre di loro nati nel 2003 con la prima squadra che ora sono stati convocati per il ritiro invernale”.Martin Malý - SK Slavia Praha
Samek ha stregato il suo allenatore Jindřich Trpišovský, che gradualmente – ma senza soste – lo ha inserito in prima squadra.
“È un calciatore box-to-box, in grado di giocare da un’area all’altra - ha dichiarato il tecnico alla rivista ceca 'Hattrick' -. Non ha paura di correre rischi quando ha la palla tra i piedi e gioca a testa alta. Ha una grande visione di gioco e sa fare le scelte giuste, oltre a saper cambiare il ritmo a seconda delle situazioni”.
A GOAL, Samek si concentra sui ruoli che può ricoprire in campo, i suoi punti di forza e i punti deboli:
"Il mio ruolo preferito? Dipende dall'avversario e dal mio compagno di reparto. Se ha caratteristiche più difensive posso spingermi in avanti e creare qualche pericolo. Ma il mio compito principale resta quello di difendere. Gli allenatori sanno che ho le qualità per giocare la palla e sono in grado di creare azioni pericolose. Per me è importante che mi incoraggino a fare questo. Se faccio un errore, mi devono sostenere piuttosto che arrabbiarsi con me. Credo che sia decisamente meglio provare a fare qualcosa e sbagliare piuttosto che non fare nulla. Mi sento più forte in alcune fasi di gioco e sto accumulando sempre più esperienza. Sono più maturo, ma devo migliorare ancora in ogni aspetto perché ho ancora tanta strada da fare".
Trpišovský ha esaltato e nel contempo messo in guarda Samek dopo l'esordio in campionato contro lo Jablonec, soffermandosi proprio sul gioiello dei biancorossi:
"È l'esempio perfetto di crescita di un calciatore. Si è allenato con noi per la prima volta durante lo stop per di Covid. Se ripenso a quel momento e lo rivedo oggi è un calciatore completamente diverso. Ha grande potenziale e non è un caso se lui è l'unico della sua età ad essere in prima squadra, mentre i suoi coetanei sono in prestito o nello Slavia B. Ha qualcosa che gli altri calciatori della rosa non hanno. Ho provato altri giocatori prima di lui nella mia lunga esperienza e non è andata sempre bene. Ci saranno ostacoli nel percorso di Daniel, ma lui è un ragazzo molto intelligente".
L'esordio ufficiale il 3 marzo 2021 al 70’ della sfida di Coppa Nazionale contro il Karlovy Vary, due settimane dopo il suo diciassettesimo compleanno. Daniel Samek è diventato, così, il calciatore più giovane ad aver debuttato nella storia dello Slavia Praga. In termini di precocità solo due dello Sparta, Václav Kadlec e Adam Hložek, hanno esordito prima. Due mesi più tardi il debutto in campionato, contro lo Jablonec, tre giorni dopo aver alzato il suo primo trofeo, la Coppa Nazionale vinta (ma senza scendere in campo) in finale contro il Viktoria Plzen.
Samek scava tra i ricordi e riavvolge il nastro, tornando su quel 23 maggio 2021, una data che non dimenticherà mai. Il giorno dell'esordio nel massimo campionato ceco:
"Sinceramente non ricordo molto bene quella partita. Non abbiamo fatto gare ufficiali con lo Slavia B, ma aveva giocato solo amichevoli. Giocare una partita di campionato o un'amichevole è molto differente. Non ne ero certo, ma pensavo di aver fatto bene. È un ricordo che porto con me con piacere, peccato che non abbiamo vinto a Jablonec. I ragazzi nello spogliatoio mi hanno accolto molto bene e mi hanno dato molti consigli. Ondřej Kúdela mi ha aiutato più di tutti in campo grazie a una comunicazione continua”.
Il grande finale di stagione 2020/2021 ha anticipato un inizio di annata successiva che lo vede stabilmente tra i ‘grandi’ e con un ruolo di primo piano. Samek festeggerà 18 anni tra poche settimane, il 19 febbraio, ma ha già totalizzato 3 goal e 4 assist in 22 presenze con la prima squadra dello Slavia Praga.
Il 23 agosto 2021, è arrivata la prima rete nel match vinto per 4-0 in casa sul Banik Ostrava. Una giornata che difficilmente Samek dimenticherà, anche per i festeggiamenti che gli hanno riservato i compagni all'interno dello spogliatoio con un trattamento particolare: una ricetta a base di uova e farina...
"Ricorderò questo giorno per tutta la vita. Non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa del genere. È stato il giorno più bello della mia vita – ricorda Samek –. Sono entrato negli spogliatoi e c'erano sei compagni di squadra intorno a me, quindi non potevo scappare. Mi hanno tirato le uova. Le avevo dappertutto... (ride, ndr)".
La terza rete, invece, è arrivata il 26 settembre scorso proprio contro il Hradec Králové, la squadra della sua città in cui è approdato all'età di quattro anni, prima del grande salto allo Slavia. In un istante, Samek ha riavvolto il nastro e deciso di non esultare:
"La palla è entrata in rete e ho pensato di aver segnato contro la squadra che in cui sono cresciuto calcisticamente. Ho deciso di non festeggiare per rispetto nei loro confronti".
Il percorso di Samek ha sorpreso anche uno che lo conosce molto bene, Petr Havlíček, suo commissario tecnico nella Repubblica Ceca Under 16 e Under 17 e colui che lo ha scelto come capitano delle selezioni giovanili. Il CT rivela a GOAL un retroscena:
“Quando era nell'Under 16, un giornale ceco mi ha chiesto quale giocatore fosse destinato a giocare nel massimo campionato nazionale. Ho fatto il nome di Daniel, ma non immaginavo che sarebbe arrivato in prima squadra già l'anno successivo".
Havlíček ricorda la scelta di affidare a Samek la fascia da capitano. Una decisione dettata dalle qualità tecniche e soprattutto umane:
"È stato il nostro capitano dal primo ritiro all'ultimo. Ha grande personalità ed è sempre pronto a dare il massimo per la squadra e aiutare i compagni. È mentalmente molto forte".
La crescita incredibile e le prestazioni di Samek in campo nazionale e internazionale non sono certamente passate inosservate. Tra coloro che ne hanno apprezzato le gesta dal vivo c’è anche Stefano Torrisi, ex calciatore di - tra le altre - Parma, Bologna, Atletico Madrid e Marsiglia. L'ex difensore della Nazionale vive a Praga da 11 anni e grazie alla sua agenzia di scouting e intermediazione, la Football Scout & Intermediary, continua a operare nel settore calcistico attraverso la ricerca di talenti in giro per l'Europa per i club di tutto il continente.
Sbocciato a pochi chilometri da casa sua, Torrisi è rimasto folgorato da Samek. L'ex giocatore, che poche settimane fa ha conseguito il patentino di allenatore UEFA A e B, racconta a GOAL il suo 'incontro' col talento dello Slavia:
"Esattamente un anno fa, Samek mi fu segnalato da Di Napoli, scout italiano che vive a Praga, che lo teneva d'occhio fin dalle giovanili. Ad agosto era già pronto per fare un percorso in una prima squadra: ne ho parlato con due club italiani, Bologna ed Atalanta, ma non se n'è fatto nulla. Ero allo stadio in occasione del suo debutto europeo contro il Legia Varsavia (playoff di Europa League, nda): Samek mi impressionò perché esordì con grande autorità".
Per Torrisi, Samek può ripercorrere il cammino di Souček:
"Calciatore di piede destro ma con qualità: ha un grande senso della verticalizzazione, si inserisce in area, va al tiro, sta imparando anche la fase difensiva. Parliamo di un 2004, fisicamente ben strutturato. Come caratteristiche può ricalcare il percorso di Souček: è meno dinamico, ma ha più qualità. Non mi sorprende che sia già arrivato ad essere un calciatore importante per lo Slavia. La sua crescita è stata graduale. Ha delle potenzialità incredibili, che si adatta ai campionati europei. Lo ritengono un centrocampista moderno, cioè uno di quelli che lavorano in 80 metri, che sanno attaccare, difendere, dribblare e verticalizzare".
Oggi Samek ricopre il ruolo di mezzala, ma Torrisi è convinto che le sue qualità potrebbero favorire un utilizzo in diverse posizioni del campo:
"L’ho sempre visto fare la mezzala, sia a destra che a sinistra. Oggi quel ruolo può esaltare le sue qualità fisiche e tecniche, ma non escludo in un futuro che possa giocare in un centrocampo a due, perché ha gamba, forza e letture di gioco importanti".Martin Malý - SK Slavia Praha
Se in casa Slavia può seguire la scia di Souček, dall’altra parte Samek studia da lontano un calciatore che apprezza molto. A rivelare il nome è Havlíček:
"Gli piace Frenkie De Jong del Barcellona e penso che gli somigli per stile di gioco. Una delle più grandi doti di Daniel è la lettura delle azioni offensive e difensive. Inoltre possiede una buona tecnica di passaggio ed è bravo nel dribbling, oltre ad essere forte fisicamente. Qualità che lo rendono un centrocampista completo. Forse deve migliorare nella velocità di esecuzione, mentre lo è mentalmente, una grande punto di forza”.
L’accostamento a Souček convince anche chi li ha visti crescere a Vršovice ed esplodere proprio con la maglia biancorossa. Stiamo parlando di Hurych, manager dell’accademia dello Slavia:
“Sì, possiamo paragonarli. Hanno storie simili anche se sono diverse in termini di stile di gioco. Entrambi sono arrivati molto giovani allo Slavia da fuori Praga (Souček ancor prima di Samek) e sono cresciuti da soli, lontano da casa. Samek è cresciuto calcisticamente più rapidamente, attraverso le formazioni giovanili, rispetto a Souček. Tomáš era uno che lavorava tanto ma senza dare nell’occhio ed è cresciuto piano piano. Samek è più presente nel gioco e ha fatto la trafila molto velocemente. Sono simili nella passione per il calcio la capacità di imparare e adattarsi molto velocemente”.
Il responsabile del settore giovanile dello Slavia ha visto da vicino tutto il percorso di Samek, che nonostante i 18 anni è diventato il fiore all’occhiello della società praghese:
“È forte nella visione del gioco, nella creatività, nel velocità di pensiero e nel prendere le decisioni giuste. Quello che sorprende è la sua tranquillità: non sente mai la pressione, indipendentemente se sta giocando una partita contro la formazione B o una sfida cruciale in Europa a Berlino. È sicuro di sé”.
Le qualità tecniche e la personalità hanno conquistato società, allenatore e compagni. Samek ci ha messo pochissimo ad integrarsi all’interno dello spogliatoio della prima squadra e ora cresce sotto l’ala di calciatori con maggiore esperienza, pronti a dargli consigli e aiutarlo nella sua crescita. Tra questi c’è anche Stanislav Tecl, sei volte campione della Repubblica Ceca e vice capitano dello Slavia Praga.
L’attaccante esprime a GOAL tutta la sua stima per il più giovane calciatore dello spogliatoio, ma già considerato molto importante nel gruppo squadra:
“Daniel Samek per me è davvero un calciatore giovane e speciale. Ed è molto importante anche l'aspetto umano: è una persona meravigliosa. È molto simile a Tomáš Souček, che conosco molto bene. Sono felice di vederlo in prima squadra ed è motivo d'orgoglio per il club avere un giovane talento cresciuto nel settore giovanile e ora tra i 'grandi'".
Talento, carisma e identità. Se dall’altra parte della Moldava lo Sparta ha salutato Hlozek, in casa Slavia Praga Daniel Samek è pronto al grande salto, proprio come il suo predecessore Tomáš Souček.
“Come tutti i ragazzi che hanno esordito in prima squadra, ci ha reso molto orgogliosi. Mi piacerebbe vederlo alzare alcuni trofei qui allo Slavia e poi trasferirsi in un club più grande dei 5 top campionati” conclude Hurych.
Ad attenderlo c'è il Lecce, che ha messo sul piatto una cifra vicina ai 2 milioni di euro per strapparlo allo Slavia. Un lieto fine di un percorso iniziato nel 2018 a Vršovice, che passo dopo passo ha portato Daniel Samek ai vertici del calcio ceco e che ora lo proietta in Serie A, in attesa di nuovi step verso l’élite del calcio europeo.