Oggi gioca in Iran nelle file dell'Esteghlal ma il nome di Cheik Diabatè resterà per sempre legato al Benevento, squadra con cui l'attaccante ha giocato solo 11 partite segnando ben 8 goal dal gennaio al giugno 2018.
Eppure gli inizi in Italia non sono stati facili, come racconta lo stesso Diabatè in una lunga intervista concessa a 'France Football'.
"Appena sono arrivato, a dir la verità, nel primo mese praticamente non giocai mai. Poi ho giocato la prima partita contro il Crotone, stavamo vincendo 2-1 e l'allenatore (Roberto De Zerbi ndr) voleva fare entrare un difensore, poi loro fecerò il 2-2 e allorò mi mando in campo a dieci minuti dalla fine. Il momento fu questo: l'allenatore si girò e guardò verso di me, si mise a ridere e mi chiese se potevo accettare di entrare in campo e giocare. Si sentiva in imbarazzo, era strano, ma io gli dissi 'Ma certo che gioco, sono qui per giocare a calcio'. Sono entrato, ho segnato quasi allo scadere ed abbiamo vinto".
Nonostante questo però De Zerbi continuava a non fare giocare Diabatè, che a quel punto decise di affrontare l'allenatore.
"Andai nel suo ufficio a parlagli per chiedergli spiegazioni. Gli dissi 'Mister, ma perché mi avete comprato se non mi fate giocare?'. Ma da quel momento mi parve chiaro che non era stato lui a volermi, perché mi disse 'Ma Cheick, qualcuno ti ha fatto delle promesse sul tuo impiego in campo'. Gli risposi di no, ma non capivo perché davano una possibilità a tutti tranne che a me. In un'altra discussione con l'allenatore, gli dissi 'Perdiamo da quattro partite, fammi giocare e vedrai che con me in campo non perderemo così tanto'. E lui allora mi disse 'Cheick, la prossima giochi tu'. Da quel momento in poi non sono più uscito dal campo".
Nelle ultime 9 giornate di quel campionato infatti Diabaté rimase fuori solo due volte, di cui una causa squalifica, segnando ben sette goal tra cui una doppietta alla Juventus.
"In Italia è stato incredibile, mi sono divertito tantissimo. Ancora oggi quando segno qui in Iran mi inviano messaggi dall'Italia. Sono molto contento di aver giocato lì".
Alla fine lo stesso De Zerbi fu costretto a riconoscere l'importanza di Diabaté con un regalo decisamente speciale.
"Il mister mi regalò anche un dolce, una specie di torta, e mi disse 'Cheick, tutto quello che dici, tu lo fai'. Non avrei mai immaginato una cosa del genere".