Quella del razzismo è una piaga che il calcio ancora non riesce a debellare. Troppo spesso infatti, nel corso degli ultimi anni, si è assistito a situazioni che con lo sport e con la civile convivenza non hanno nulla a che fare.
Extra Time - Veronica Ciardi, la musa di BernardeschiUn caso di questo tipo è avvenuto nel corso del match valido per il 22esimo turno del campionato serbo che ha visto protagoniste il Rad ed il Partizan.
Nell’arco di tutti i 90’, moltissimi tifosi accorsi allo stadio per assistere alla partita, hanno rivolto insulti di stampo razzista al giocatore Everton Luiz Guimaraes, meglio conosciuto come Everton. Il centrocampista brasiliano, in più occasioni ha richiamato l’attenzione dell’arbitro il quale, dal canto suo, ha chiesto allo speaker ufficiale di invitare tutti alla calma. La cosa però non ha sortito gli effetti sperati.
I tifosi del Rad hanno infatti esposto striscioni (che sono stati poi rimossi) ed hanno continuato ad inveire contro il giocatore che, dal canto suo, ha risposto mostrando loro il dito medio. A questo punto si è scatenata una rissa con i giocatori della squadra locale che hanno attaccato Everton reo di aver offeso la tifoseria e si è venuto a creare un parapiglia che ha visto protagonisti anche gli altri giocatori del Partizan.
Prossima partita
Everton, che è stato anche ammonito, ha lasciato il campo in lacrime e, dopo il triplice fischio, ha spiegato: “Sono stato insultato per tutta la partita e ancora di più mi ha sconvolto l’atteggiamento dei miei avversari. Amo la Serbia e questo popolo, per questo ho pianto. Voglio dimenticare tutto questo al più presto”.