Partiamo dalla denominazione: Next Gen. No, non è un semplice nome, bensì una corrente di pensiero. Che vede la Juventus in prima linea, pioniera, con un progetto vincente e pregno di potenzialità. Perché in questo caso il successo non consiste esclusivamente nel canonico piazzamento in classifica, bensì abbraccia l'esaltazione del patrimonio tecnico. Insomma, creare valore nobilitando le individualità.
Nell’estate 2018, pianificando il futuro prima di tutti gli altri, la Vecchia Signora ha creato un vero e proprio modello di gestione. Una tappa che consente ai giovani di affacciarsi al calcio dei grandi, sognando e bramando il passaggio nell’élite nostrana. Si può fare, eccome. Anzi, si deve fare. Basti pensare a Fagioli e Miretti, passando per Soulé, Iling Junior e Barrenechea. Ragazzi dal talento conclamato approdati – con meritocrazia – alla corte di Allegri.
Non figurine, nessuno slogan, calciatori concretamente già importanti per il tecnico livornese. E in serbatoio ce ne sono altri. L’attualità, infatti, vede la Next Gen alle prese con una serenissima classifica nel girone A del campionato di Serie C.
Prossima partita
Un ruolino di marcia fin qui caratterizzato da 49 punti, ma da contestualizzare. In quanto il tecnico dei bianconeri, Massimo Brambilla, ha dovuto (ri)plasmare la rosa durante la stagione, in virtù delle varie chiamate arrivate dalla prima squadra. Ma è proprio questa l’essenza del disegno, ragion per cui l’operato proposto dal mister lombardo acquisisce di valore.
Altro giro, altri diamanti in rampa di lancio. Ogni riferimento a Huijsen, per esempio, è puramente voluto. L’olandese, classe 2005, negli ultimi mesi è diventato un’assoluta certezza per la Next Gen. E il percorso del centrale non ammette repliche: Under 17, Under 19, calcio professionistico.
Un lavoro che parte da dietro, dalle intuizioni apicali di Giovanni Manna e Matteo Tognozzi, impreziosito dagli step successivi. Ecco che Huijsen, quindi, mette nel mirino la scalata. Pronostico? Predestinato.
E cosa dire di Kenan Yildiz, ormai parte integrante della Next Gen, totalmente a suo agio negli usi e costumi di Brambilla. Un inserimento graduale, ma impattante, a testimoniare come il quadro sia in costante aggiornamento. Senza che nessuno regali niente, ma con un unico verbo a regnare sovrano: lavorare.
Un modus operandi che, al di là dei profili più mediatici, ha portato a una crescita esponenziale a tutto tondo. Riccio, là dietro, è diventato sinonimo di affidabilità. Barbieri - protagonista del quarto episodio di We the Next Gen, la serie su Tik Tok che racconta il mondo della Juventus Next Gen - per quanto riguarda le corsie esterne, vanta il pedigree necessario per arrivare a determinati palcoscenici. Netta pure l’evoluzione di Sersanti, tuttofare della linea metodista, sempre più completo e in fiducia. E occhio ai veterani, come Iocolano, protagonista di un’annata maiuscola prima che la malasorte (rottura del crociato) facesse il suo corso.
Attenzione massima rivolta alla sfida di questa sera, al secondo atto della finale di Coppa Italia Serie C, con la Next Gen chiamata a ribaltare l’1-2 imposto dal Vicenza all’Allianz Stadium. La sensazione è che i bianconeri abbiano le carte in regola per mettere le mani sul trofeo. Specialmente se Iling Junior e Soulé, protagonisti nel match d’andata, dovessero confermare i rispettivi progressi. Attenzione poi a Barrenchea, out nel primo round in quanto aggregato alla prima squadra, ulteriore arma di livello a disposizione di Brambilla. Chiamatela, se volete, seratona.