Dejan Kulusevski - JuventusGetty

Kulusevski alla Juventus: duttilità al potere

La Juventus crede fermamente nelle potenzialità di Dejan Kulusevski. E lo ha fatto capire candidamente investendo sul suo conto, complessivamente, ben 44 milioni. Una cifra, indubbiamente, significativa. Ma che rispecchia pienamente le qualità del tuttofare svedese con cittadinanza macedone.

Seconda punta contro la Sampdoria, a tutta fascia destra con la Roma. Nelle prime due uscite stagionali, quindi, Andrea Pirlo s'è affidato a soluzioni differenti. Ottimi risultati nel primo caso, con annesso goal - di mancino - al primo tocco. Meno confortante il secondo esperimento, da contestualizzare alle difficoltà collettive riscontrate in terra capitolina.

Con alla base, da parte del tecnico bresciano, un pensiero netto e preciso:

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"Dejan può giocare ovunque, è così intelligente da trovare da solo la posizione in campo. Lo stiamo provando in diverse posizioni, è una seconda punta che può giocare anche da esterno. Ha grossi margini di miglioramento e padronanza del corpo e di come muoverlo durante le partite".

Il tempo, dunque, emetterà il verdetto sovrano. Ma, a tal proposito, il percorso è ancora lungo e non è da escludere che non possano emergere nuove sorprese. Perché, giustappunto, Kulusevski sa fare molto e bene.

Attenzione a nuove suggestioni tattiche, al momento non così prioritarie ma pur sempre dietro l'angolo. Perché Pirlo è fatto così, perché soprattutto l'idea di calcio targata Pirlo è fatta così. Avanti tutta verso l'estetica, l'organizzazione, la massima espressione stilistica. Da trovare, banale anche sottolinarlo, passando per la qualità.

Perché, dal canto suo, Dejan ne ha da vendere. Musica per le orecchie della Juventus che, nell'ultima sessione di mercato, ha deciso di votare il partito del ringiovanimento. Fattore, questo, fondamentale per mantenere elevato il tasso di massima competitività, pianificando - al tempo stesso - le mosse del domani.

La sensazione, e forse qualcosina in più, è che con l'arrivo di Federico Chiesa lo svedese verrà coinvolto in dinamiche prettamente offensive. Dall'atipico ruolo di seconda punta con libertà di inventare, a uomo tra le linee chiamato a unire centrocampo e attacco. Il tutto, con estro e personalità.

Difficilmente, invece, la fascia mancina si avvarrà delle prestazioni dell'ex Parma. Vuoi perché in quella zona del campo il titolare inamovibile si chiama Alex Sandro, vuoi perché - presso il laboratorio della Continassa, su questo tema le attenzioni si sono spostate su Federico Bernardeschi.

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