Dal paradiso della Serie A all'inferno dei dilettanti. In mezzo uno spazio temporale di 'appena' sei anni. Il 28 aprile 2015 e al 19 novembre 2021 rappresentano due date che difficilmente i tifosi del Carpi potranno dimenticare, seppur con significati diametralmente opposti. La favola scritta dalla cittadina di poco più di 70 mila anime in provincia di Modena si è conclusa lo scorso anno, quando il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Carpi Football Club contro l’esclusione da tutti i campionati professionistici.
Quella squadra che pochi anni prima aveva coronato il sogno di giocare in Serie A, conquistando risultati prestigiosi tra cui i pareggi contro Inter (1-1) e Milan (0-0) a San Siro, non c'è più. Un epilogo inesorabile al termine di una lenta agonia, iniziata proprio al termine della stagione 2015/2016 con la retrocessione in Serie B con 38 punti, soltanto uno in meno di Palermo e Udinese.
Dopo aver compiuto l'impresa nel campionato cadetto, la formazione emiliana guidata da Fabrizio Castori non è riuscita a replicare e si è dovuta arrendere nel finale. Un altro miracolo sportivo sfiorato alla luce di un budget di appena 2.5 milioni di euro per gli ingaggi, una cifra ridottissima considerando quelle spese dalle concorrenti.
La volontà di rinascere e riprovare subito a riconquistare la Serie A, però, si è scontrata con una realtà che ben presto ha riportato il Carpi con i piedi per terra. Nella stagione successiva è arrivato il settimo posto, prima dell'11° e del 19° nella stagione 2018/2019 che ha decretato la retrocessione in Serie C. Due annate in Lega Pro, prima dell'esclusione a causa a fattori extra campo, ovvero a problemi finanziari e le inadempienze che hanno cancellato dalla mappa del calcio italiano il club emiliano dopo il ricorso respinto dal Consiglio di Stato.
Una storia iniziata pochi anni, nell'estate 2010, con la promozione in Serie C2. Un lungo testa a testa col Pisa, il secondo posto e la sconfitta in semifinale nazionale a Pianura, in provincia di Napoli. Poi il ripescaggio. Da lì è iniziata la cavalcata del Carpi dai campi di provincia alla 'Scala del Calcio'. Tre promozioni in cinque stagioni (2010, 2011, 2013), un campionato di C2 vinto nel 2011, una finale playoff persa nel 2012 contro la Pro Vercelli e la permanenza in Serie B conquistata nella prima stagione senza troppe sofferenze con il 12° posto in classifica.
Pochi soldi, tante idee, un modello unico. Il direttore sportivo Cristiano Giuntoli costruisce nell'estate 2014 la squadra che riuscirà a compiere l'impresa della promozione. L'acquisto più importante è il ritorno di Jerry Mbakogu, ripreso a titolo definitivo dopo il fallimento del Padova. Tra i nuovi arrivi figurano anche Kevin Lasagna, Struna e Lollo, oltre al portiere brasiliano Gabriel dal Milan in prestito. Senza dimenticare la vecchia guardia rappresentata da Pasciuti (arrivato in D), Poli e Di Gaudio (già a Carpi in C2). Un mercato low cost che però sorprenderà tutti.
"Il Carpi è il Carpi, è un modello a parte - raccontò il ds, ora al Napoli, a 'Rivista Undici' - Non ha la piazza e lo storia del Novara. La società ha le idee chiare, è forte e determinata, ma non ha la potenza economica che ha il Sassuolo di Squinzi. L’ascesa repentina della squadra ha comportato dei grandi sforzi per il settore giovanile, che ha bisogno più che mai di programmazione a lungo termine, ovvero per un periodo di almeno 5 anni dato che grandi investimenti non sono per ora possibili. Per i risultati servirà dunque tempo, ma stiamo lavorando sin dalle squadre più piccole per competere nei prossimi anni".
Arrivato nell'estate 2009, Giuntoli fu scelto dall'allora neo presidente Stefano Bonacini, imprenditore nel settore della moda e già nel calcio in passato come sponsor di Udinese e Genoa insieme ai soci Marani e Caliumi.
"Fin dal mio arrivo qui a Carpi nel 2009 Stefano Bonacini e i suoi soci, appena arrivati anche loro in società, avevano bene in mente l’obiettivo: tornare fra i professionisti. L’orizzonte che ci eravamo prefissati all’inizio era la Prima Divisione di Lega Pro. Poi però l’appetito vien mangiando...".
Nella stagione 2014/2015, nonostante il profilo basso e l'obiettivo salvezza in Serie B dichiarato a più riprese, il Carpi guadagna la vetta della classifica e le luci dei riflettori. Dopo un avvio con il Perugia in vetta, la formazione di Castori mette a segno una serie di 13 risultati utili consecutivi che le regalano il primato. Contro ogni pronostico, alla fine del girone di andata i biancorossi sono al comando con 9 punti di vantaggio sul Bologna, eguagliando il record del Palermo nel campionato 2013/14 per la B a 22 squadre. A sorpresa, la cavalcata solitaria prosegue anche nel girone di ritorno: con lo 0-0 casalingo contro il Bari, il Carpi conquista il 28 aprile una storica promozione con ben quattro giornate di anticipo.
GettyLa conclusione perfetta di un cerchio: da Lamezia Terme e la Serie D alla Serie A in sei anni. La stagione perfetta con il campionato dominato nonostante il passaggio a vuoto tra febbraio e marzo con 4 pareggi per 0-0 di fila, prima dell'accelerata decisiva con 7 vittorie su 8 gare.
Proprio in quel periodo il Carpi sale alla ribalta anche per un episodio accaduto fuori dal campo. La possibile promozione in Serie A del club emiliano preoccupa il presidente della Lazio Claudio Lotito, che viene registrato dal direttore generale dell'Ischia Pino Iodice in una telefonata del 28 gennaio.
"Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... Una può salì... Se mi porti squadre che non valgono un cazzo, noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi, che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d'accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno. Fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone… Chi cazzo li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone, il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!".
A pubblicare il contenuto è il quotidiano 'Repubblica'. Lotito parla di un colloquio con l'allora presidente della Lega Serie B Andrea Abodi sul tema riguardante la vendita dei diritti tv della Serie A. Un caso prima analizzato e poi archiviato da giustizia sportiva e ordinaria.
Il verdetto del campo premia il Carpi di Castori, che conquista la promozione diretta con 80 punti e nove lunghezze di vantaggio sul Frosinone.
In estate, il club emiliano va a caccia di occasioni sul mercato con la ricerca di profili di esperienza a basso costo. Arrivano gli svincolati Nicolas Spolli e Marco Borriello e il campione del Mondo Cristian Zaccardo dal Milan, oltre ai vari Brkic, Marrone, Martinho e Matos.
L'esordio in campionato non è memorabile. I biancorossi partono con una sconfitta per 5-2 contro la Sampdoria, prima dell'esordio in casa, al 'Braglia' di Modena per la mancata idoneità del 'Cabassi', contro l'Inter con il 2-1 nerazzurro grazie alla doppietta di Jovetic. Il primo storico punto arriva contro il Palermo, mentre la sconfitta contro la Roma per 5-1 costa la panchina a Castori: al suo posto arriva Sannino, che al debutto centra la prima vittoria, contro il Torino. Poche settimane più tardi viene richiamato Castori.
La squadra biancorossa continua a navigare nei bassifondi della classifica, mentre prosegue l'avventura in Coppa Italia - eliminando la Fiorentina - prima dell'uscita di scena per mano del Milan.
Il girone di ritorno inizia nel migliore dei modi: vittoria per 2-1 contro la Sampdoria in casa e pari a San Siro contro l'Inter raggiunto al 92' con il goal di Lasagna. Poi i successi negli scontri diretti contro Frosinone e Verona riaccendono le speranze di salvezza del Carpi, che si giocano la permanenza in Serie A con il Palermo. I successi con Genoa ed Empoli sembrano decisivi, ma la sconfitta in casa della Juve per 2-0 permette ai rosaneri di agganciare gli emiliani.
Getty ImagesIl sorpasso del Palermo arriva una settimana più tardi, quando i siciliani pareggiano con la Fiorentina e il Carpi crolla contro la Lazio. L'ultima giornata è decisiva per decretare la retrocessione, con gli emiliani in vantaggio nella differenza reti. Il Palermo batte al 'Barbera' il Verona, già retrocesso per 3-2: non serve a nulla il successo per 2-1 del Carpi a Udine.
Con la retrocessione arrivano i problemi societari, fino all'amara sentenza del Consiglio di Stato il 19 novembre 2021. Nell'ultima stagione l'Athletic Carpi, la squadra nata dalle ceneri del club fondato nel 1909 con il nome di Jucunditas, ma già presente in passato prima della fusione all'inizio della stagione 1986/87, si è piazzata al quinto posto del Girone D di Serie D, prima di interrompere il cammino nella semifinale playoff contro il Ravenna.
Il sogno di tornare tra i professionisti è rimandato. Ci riproverà il prossimo anno a replicare quella straordinaria cavalcata che è valsa il paradiso 'appena' sette anni fa. Una storia già vissuta in passato con il fallimento nel 2000 dopo la retrocessione in Serie D e la ripartenza dall'Eccellenza, dopo tanti anni vissuti in serie minori, tra i dilettanti e quel sogno Serie B sfiorato già nel 1996/1997. Un percorso dai campi di provincia alla Serie A che la squadra emiliana vuole rifare nel minor tempo possibile per riportare un paese di 70 mila anime sulla cartina del calcio nazionale.