Non è tutto rosa e fiori ciò che li circonda. Classe, trofei, reti, qualità innata. Immane. Segnano, dribblano, guadagnano più di tutti. Ma sono anche i più a rischio di gravi infortuni, vista la gargantuesca (che parola!) quantità di falli a gamba tesa, in scivolata, a calcio rotante, che devono subire. Giocatori come Neymar, Cristiano Ronaldo, Messi. Nella top ten dei giocatori che urlano maggiormente al cielo dopo aver preso gli scarpini sulla gamba, sul piede, sul petto. In mezzo a loro, un ragazzo abituato a battersi sin da piccolo, in lotta per la salvezza, senza i riflettori addosso. Përparim Hetemaj.
Hetemaj è uno di quelli che ha rappresentato la Serie A nel secondo decennio del nuovo millennio appena passato. Senza essere mai lodato. Non segna molto, non fornisce assist in quantità industriale, ma è sempre a disposizione, ovunque nei tabellini, nei dati. Ciò che non ti aspetti, drogato dai dati dei grandi campioni. Dietro la patina lucente dei Palloni d'Oro, dei mille goal segnati e dei goal da centrocampo, c'è lui. Il leader degli invisibili, che contano.
Lo dicono i numeri, che più di tutti fotografano la realtà. Senza di loro si gira a vuoto, cosa che Hetemaj non ha mai fatto. E' arrivato nel 2010 in Italia, dopo aver girato un po per l'Europa, partito dalla sua Finlandia. Cuore nordico, cuore dell'est europa. Kosovaro nell'anima, paese che non ha mai vissuto appieno.
Un giocatore da box to box, uno che la grinta non la mostra sul volto, ma nella corsa. Nella vita:
"L'infanzia è stata difficile. Papà prima fu operato in Croazia. Poi andammo in Finlandia. La guerra in Kosovo l'abbiamo sfiorata, ma non l'abbiamo vissuta. Papà era già malato e non lavorava più. Andammo a Olou, un anno in un centro di accoglienza. Poi a Helsinki dove c'erano strutture più all'avanguardia per curare papà che è morto nel 2010, a soli 54 anni".
Hetemaj non si risparmia mai, consapevole che sul campo, come nella vita, tutto può cambiare in un attimo. Non toglie mai la gamba, aziona il motore per mordere gambe ed inserirsi. Da Olou a Brescia, dunque a Verona. Dal centro di accoglienza ad un dato che lo vede secondo ad Hazard. Il passato è passato, ma l'ha vissuto:
"Come si vive in un centro d'accoglienza? Ovviamente non è facile, ma un bambino lo sente meno perché gioca. E' decisamente più complicato per i genitori, per le persone più grandi. Si sta molto stretti, non c'è privacy".
Non hanno privacy i giocatori che affronta in campionato, in Serie A prima e in Europa ora, con la maglia dell'HJK Helsinki, avversaria della Roma nel girone di Europa League. Le sue gambe sono continuamente in pericolo. Più di Messi, Neymar, Cristiano Ronaldo.
Incredibile, ma non per chi ha studiato i suoi movimenti spassionati dal 2010 ad oggi, quel dato. Solo Hazard e Cuadrado, nei massimi campionati europei, negli ultimi dodici anni, hanno subito più falli. Dietro di lui si fermano i prevedibili fuoriclasse, che impallidiscono davanti ai numeri di Hetemaj, uomo ovunque. Dalla scatola dei superpoteri ha scelto quello dell'ubiquità. Capitan Finlandia-Kosovo (America).
1005 falli subiti da Hazard, re dei re, 902 da Cuadrado e 875 da Hetemaj. Uno che entra anche nella top ten di quelli fatti, ma mai quanti quelli subiti. Per capire quanto gira, quanto è difficile fermarlo, bisogna chiedere ai centinaia di avversari che hanno dovuto mettere la gamba in mezzo per evitare che partisse come un treno. Fuori dai riflettori sempre, se non fosse per quanto quei numeri descrivano il globo.
Messi subisce più falli di Hetemaj? No, 849. Cristiano Ronaldo? Nada de nada, 648. Neymar? Nisba, 811.
Continuate all'infinito, ma il mastino non si schioda, si sarà capito. Alexis Sanchez, Lewandowski, Kroos, Mbappé, Suarez, Isco. Tutti meno del ragazzo che ha capito, realizzato, recepito il messaggio: sin da subito bisogna lottare, correre, scappare, rimanere fermi. Un mix completo e letale. Oltre ogni big del calcio.