Morata Spain Euro 2020Getty

Morata si regala l'atteso riscatto: un goal per allontanare le critiche

Nella Spagna che batte la Croazia e si qualifica per i quarti di finale di Euro 2020 c'è, forte e incisivo, lo zampino di Alvaro Morata: anzi, più che zampino uno zampone, quello adoperato per sfondare la porta di Livakovic per la rete del momentaneo 3-4 nel primo tempo supplementare. Una botta terrificante sotto la traversa per ricordare all'Europa chi è l'attaccante titolare delle 'Furie Rosse', che non poteva essersi perso per strada così, all'improvviso.

Ma oltre alla rete c'è molto di più, anche il classico lavoro sporco che ogni tecnico si aspetta da una delle sue punte: Morata ha lottato e sgomitato, andando a prendersi il pallone anche sulla linea di metà campo se necessario, tutto in funzione degli automatismi collettivi di una squadra segnata - almeno nelle prime uscite - da un ricambio generazionale quanto mai inevitabile dopo la brutta figura ai Mondiali di tre anni fa.

L'attaccante della Juventus si è fatto notare anche nell'azione del definitivo 3-5 di Oyarzabal, difendendo bene il pallone prima di scaraventarlo verso l'autore dell'assist, Dani Olmo: ulteriore iniezione di fiducia che cancella - almeno in parte - la sofferenza provata per gli attacchi totalmente gratuiti e le minacce ricevute , motivo di insonnia in queste calde e tormentate notti europee.

A detta di coloro che non si possono definire tifosi nel vero senso del termine, Morata sarebbe stato il primo colpevole per i due pareggi contro Svezia e Polonia: 'colpa' di uno scarso cinismo sottoporta - nonostante una rete all'attivo - e di una concentrazione non all'altezza della competizione, comunque non tale da giustificare parole becere che possono rivelarsi armi taglienti per il morale di qualsivoglia essere umano dotato di sentimenti puri.

Nel mirino della critica anche  il rigore sbagliato sul risultato di 0-0 contro la Slovacchia, poi regolata con cinque reti, ma non solo: le tante occasioni sprecate, a primo impatto più facili da concretizzare che da fallire, avevano fatto traboccare il fragile vaso della pazienza dei milioni di 'allenatori' spagnoli. Non quello di Luis Enrique, pronto a difendere a spada tratta il suo giocatore isolandolo dal 'fuoco amico' e confermandolo al centro dell'attacco, senza badare al giudizio altrui.

Al centro dei pensieri, in questi giorni difficili, c'è sempre stata la famiglia, anch'essa oggetto di minacce: forse è per questo che, ai microfoni di 'Sky Sport', Morata parla con la voce rotta dalla commozione.

"Dedico questa rete e la vittoria alla mia famiglia. Loro ci sono sempre, quando le cose non vanno bene ti danno la forza per reagire alle avversità".

Non è un caso che la crescita generale della Spagna sia coincisa con la nuova ribalta di Morata che, quando gira, diventa un fattore a tutti gli effetti in grado di spostare gli equilibri (per usare una frase cara al compagno di squadra Leonardo Bonucci). Oggi lo ha fatto 'uccidendo' ogni velleità dei croati, la cui rimonta nel giro di pochi minuti avrebbe potuto abbattere un toro: non Morata, matador d'eccezione della sua nazionale.

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