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"Popopo": perché i tifosi dell'Italia la cantano?

La notte del 9 Luglio 2006 era impossibile trovarsi in Italia senza sentire i suoi tifosi in delirio cantando 'Campioni del Mondo' sulle note di 'Seven Nation Army' dei The White Stripes. La canzone è diventata l'inno non ufficiale degli Azzurri e non poteva essere altrimenti dopo la vittoria della Coppa del Mondo in finale contro la Francia a Berlino.

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Jack White era al tempo stesso entusiasta, perplesso e divertito: "Sono onorato del fatto che gli Italiani abbiano adottato questa canzone" affermò il frontman dei The White Stripes. "Mi piace che la maggior parte delle persone che la cantano non abbiano idea da dove sia saltata fuori".

E' praticamente impossibile conoscere un italiano, e non solo un tifoso, che non conosca il famoso 'po-po-po' entrato nella cultura generale oramai da quindici anni.

In realtà la maggior parte dei tifosi italiani non conosce le origini della canzone - ancor meno le parole, come evidenziato dal fatto che è conosciuta principalmente come la canzone del 'Po po po po po po po'. Perciò in che modo esattamente 'Seven Nation Army' è diventata la colonna sonora degli Azzurri ai Mondiali 2006?.

PERCHÉ I TIFOSI DELL'ITALIA CANTANO SEVEN NATION ARMY?

E' partito tutto da Milano, tre anni prima. Il 22 Ottobre 2003 i tifosi del Club Brugge si erano radunati in un bar della città in vista della sfida di Champions League in programma a San Siro tra la loro squadra e il Milan. La brigata belga era su di giri e quando è passata 'Seven Nation Army' - famosa canzone rock uscita a Marzo - hanno iniziato a cantare e saltare seguendo il riff distintivo della traccia.

Il ritornello della canzone è rimasto impresso nella loro mente e hanno continuato a cantarlo con gusto durante la partita al Meazza. Il Club Brugge strappò una clamorosa vittoria per 1-0 sul Milan e i tifosi belgi, da quella sera, trovarono il loro nuovo inno.

La storia si è ripetuta anche il 15 Febbraio 2006, quando il Bruges ha ospitato la Roma in Coppa UEFA. Quando i belgi hanno pareggiato poco prima dell'ora di gioco, il Jan Breydel Stadium esplose sulle note di 'Seven Nation Army'. Lo stesso Francesco Totti rimase impressionato:

"Non avevo mai sentito la canzone prima di giocare a Bruges. Da allora non riuscivo a togliermi 'Po po po po po po po' dalla testa. Era fantastico e la gente era totalmente presa. Sono subito andato a comprare uno degli album della band"

POPOPOPO, DAI BELGI AI TIFOSI DELLA ROMA E DELL'ITALIA

I fans della Roma si innamorarono di quelle note e le adottarono immediatamente, lanciando la loro versione improvvisata al momento del goal-vittoria firmato nel finale da Simone Perrotta. I giallorossi hanno poi portato con loro la canzone in Italia, diffondendola sui campi della Serie A. Al momento dei Mondiali a giugno il motivetto (se non la canzone originale) era ormai noto ai tifosi di tutto il paese.

Nella storica notte di Berlino, con la vittoria del Mondiale, è diventata definitivamente la canzone preferita dagli Azzurri. Il fatto che la sua melodia si prestasse in maniera così naturale alle parole 'Campioni del Mondo' ha permesso di mettere il sigillo su quello che è diventato l'inno alternativo della Nazionale italiana.

Totti ha guidato il coro di quasi 500.000 tifosi in festa durante le celebrazioni post-Mondiale a Roma. Del Piero e Materazzi hanno invece raggiunto sul palco i Rolling Stones a Milano per cantare il testo adattato della canzone.

Jack White, polistrumentista con trent'anni di carriera alle spalle tra Dead Weather, White Stripes, Raconteurs e album studio da solista, si è detto entusasta di passare al grande pubblico e non solo a quello innamorato della sua musica rock:

"Niente è più bello di quando le persone abbracciano una melodia e gli permettono di entrare nel pantheon della musica popolare. Da cantautore è qualcosa di impossibile da programmare"

Tra l'altro il po-po-po è diventato simbolo della Nazionale azzurra e dei Mondiali 2006, ma nel corso degli anni decine di squadre e rappresentative hanno adottato la traccia. Oramai divenuta inno del calcio.

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