Nella storia degli Europei di calcio ci sono le grandi imprese, come quella della Grecia ad Euro 2014, ma anche le imprese sfiorate. E' questo il caso della Repubblica Ceca di Dušan Uhrin ad Euro '96.
Alla sua prima partecipazione a una fase finale di un torneo internazionale dopo la scissione della Cecoslovacchia in due Stati nel 1993, la Cechia stupisce tutti e con una rosa che è un mix di gioventù ed esperienza, prima supera il girone eliminatorio estromettendo dai quarti di finale l'Italia di Sacchi, poi elimina in sequenza Portogallo e Francia, quest'ultima ai calci di rigore, presentandosi alla finalissima di Wembley.
Nell'ultima atto, contro la Germania, la squadra di Uhrin passa addirittura in vantaggio con un rigore di Berger, ma subisce la rimonta tedesca. Bierhoff prima pareggia al 73', poi con un Golden Goal 'uccide' la partita nel primo tempo supplementare, regalando la Coppa Henry Delaunay alla Nazionale di Berti Vogts.
QUALIFICAZIONE AL FOTOFINISH - La neonata Nazionale ceca, inserita in un girone eliminatorio non semplice, il Gruppo 5, che comprende anche Olanda e Norvegia, dimostra da subito di essere ben strutturata e con 6 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta contro il Lussemburgo in trasferta, strappa il biglietto per la fase finale degli Europei in Inghilterra.
La classifica del raggruppamento si chiude con la squadra di Uhrin che precede di un punto il tandem Olanda (seconda qualificata) e Norvegia (eliminata in base alla classifica avulsa negli scontri diretti). Decisive per la Repubblica Ceca le ultime tre vittorie, in casa contro la Norvegia (2-0 timbrato Skuhravy e Drulak), fuoricasa con la Bielorussia (0-2, goal di Frydek e Berger) e ancora in casa nel riscatto contro il Lussemburgo (3-0 con doppietta di Drulak e rete di Berger), che vale la qualificazione matematica.
In evidenza su tutti, fra i giocatori, il fantasista Patrik Berger, in forza al Borussia Dortmund, autore di 6 goal nelle Qualificazioni e cannoniere principe della squadra.
ITALIA KO, REPUBBLICA CECA AI QUARTI - La Repubblica Ceca rappresenta una delle grandi novità degli Europei in Inghilterra. Nella rosa scelta da Uhrin per l'avventura in terra britannica, rispetto alle qualificazioni, c'è qualche novità importante.
La principale è l'assenza del bomber Thomas Skuhravy, ormai vicino al ritiro, ma sempre determinante con alcuni goal pesanti. I veterani sono l'ex viola Lubos Kubik, l'attaccante Radek Drulak e il difensore e capitano Miroslav Kadlec, ma dei tre solo quest'ultimo è un titolare. Significativi invece gli innesti in pianta stabile nell'undici titolare di alcuni giovani, su tutti i ventitreenni Pavel Nedved (14 goal in 30 presenze con lo Sparta Praga in campionato) e Radek Bejbl a centrocampo, e del ventiquatrenne Karel Poborsky in attacco, già provati in più occasioni peraltro nel corso delle Qualificazioni.
In organico anche altri due giovani: il centrocampista Pavel Novotny e la punta Vladimír Smicer, entrambi non titolari. Dal punto di vista dei club rappresentati, lo Sparta Praga la fa da padrone con 9 giocatori, mentre 5 elementi provengono dalla Bundesliga, uno dal campionato svizzero (Nemecek) e uno da quello inglese (Srnicek).
Sul piano tattico Uhrin preferisce non innovare, preferendo affidarsi al 4-4-2 che va per la maggiore in quel periodo. In porta gioca Kouba, con Suchoparek a destra, Latal, l'esterno con il cognome palindromo, o Rada a sinistra, e Kadlec e Hornak al centro della difesa. A centrocampo i dinamici e talentuosi Nedved e Berger sulle corsie esterne, con il regista Nemec e Bejbl al centro. Davanti Kuka è il punto di riferimento, con Poborsky a supporto libero di svariare su tutto il fronte offensivo.
La squadra ceca è inserita in un Gruppo 3 sulla carta proibitivo, che vede nello stesso girone Germania, Italia e Russia. E la partenza della giovane Nazionale è da brividi: all'Old Trafford di Manchester, al debutto contro i tedeschi, privi di Klinsmann squalificato in attacco e di Kohler in difesa, arriva una secca sconfitta per 2-0 firmata Ziege e Möller, a segno entrambi con conclusioni da fuori area.
Tutto, per la Repubblica Ceca, passa per la seconda gara, quella a Liverpool contro l'Italia di Arrigo Sacchi, vittoriosa nella gara d'esordio contro la Russia. Per i cechi è obbligatorio vincere per credere alla qualificazione. Il Ct di Fusignano ricorre ad un ampio turnover, ma i troppi cambi finiscono per togliere sicurezze agli azzurri, che subiscono l'aggressività degli avversari fin dai primi minuti di gioco.
Sono trascorsi appena 4' dal fischio d'inizio quando Poborsky in velocità imbecca Nedved per l'1-0 cieco. Ma al 18' l'Italia raddrizza la partita, con Chiesa bravo a insaccare su assist di Fuser. Ma il difensore centrale Apolloni, già ammonito per un fallo su Kuka, commette una brutta entrata da dietro ai danni dello stesso centravanti ceco e si fa espellere al 29', lasciando la sua squadra in 10 uomini.
La Repubblica Ceca ne approfitta e al 35' si riporta in vantaggio grazie a un bel tiro al volo di Bejbl su cross di Kuka. Nella ripresa gli azzurri si riversano nella metà campo avversaria, ma un po' per imprecisione, un po' per bravura del portiere ceco Kouba non trovano il pareggio e compromettono l'avventura inglese.
La classifica del girone si decide all'ultima giornata, che vede l'Italia sfidare la Germania e la Repubblica Ceca contro la Russia. E l'esito delle due gare è thrilling. All'Old Trafford Zola sbaglia dagli 11 metri, facendosi ipnotizzare da Kopke, che blinda il passaggio del turno della Germania, mentre ad Anfield, con la Russia in vantaggio 3-2, in Zona Cesarini Smicer, subentrato a Kuka, firma il 3-3 finale e regala la storica qualificazione ai quarti della squadra di Uhrin.
Getty ImagesLA MARCIA VERSO LA FINALE - Approdata con un po' di sorpresa ai quarti, il nuovo ostacolo per la Repubblica Ceca si chiama Portogallo. Sulla carta i lusitani godono dei favori del pronostico, ma a Birmingham Rui Costa e compagni pagano l'assenza di un finalizzatore d'area di rigore. Così, dopo alcune parate importanti di Kouba, la Repubblica Ceca infila in velocità la difesa avversaria e al 53' Poborsky, con uno spettacolare pallonetto, infila Vitor Baia e firma il goal che porta i cechi in semifinale.
La squadra di Uhrin paga però a caro prezzo il passaggio del turno, visto che per la sfida successiva contro la Francia deve rinunciare a Latal (squalificato), Bejbl, Suchoparek e Kuka per squalifica. Logico dunque che tutti pensino a una vittoria in scioltezza dei Bleus. Non fanno i conti però con la solida difesa ceca, che riesce a respingere tutti gli assalti dei Galletti per 120'. Ai calci di rigore poi, dopo 10 penalty consecutivi trasformati, Pedros sbaglia per la Francia, mentre capitan Kadlec batte Lama e trascina in finale la Repubblica Ceca.
Getty ImagesBIERHOFF SPEGNE IL SOGNO CECO - La finale di Euro '96 si gioca a Wembley il 30 giugno. La gara è molto tattica, è la prima frazione scorre via senza che nessuna delle due squadre ne venga a capo. A inizio ripresa però l'arbitro italiano Pairetto decreta un calcio di rigore per la Repubblica Ceca per un fallo di Sammer su Poborsky, verificatosi però fuori area. Dal dischetto Berger è freddo e non sbaglia, portando in vantaggio la squadra di Uhrin al 58'.
Sotto di un goal, Vogts indovina però la mossa della partita, inserendo il centravanti dell'Udinese, Oliver Bierhoff, al posto di Scholl. Il 'panzer' fa valere in area i suoi centimetri e al 73', su cross di Ziege, pareggia con un colpo di testa allungando la partita ai tempi supplementari.
Getty ImagesIn virtù della nuova regola del 'Golden Goal', la prima squadra che segna vince. E purtroppo per la Repubblica Ceca, proprio Bierhoff, dopo aver conquistato con la forza un pallone al limite dell'area di rigore, trafigge per la seconda volta Kouba con un diagonale imprendibile. Inutili le proteste ceche per un fuorigioco di Kuntz giudicato passivo.
Per la Germania è il trionfo, per la Repubblica Ceca di Uhrin, protagonista di una cavalcata entusiasmante nel torneo, la fine di un sogno. La grande impresa, questa volta, è stata soltanto sfiorata.