Difensore centrale alto e potente fisicamente (un metro e 88 per 85 chilogrammi di peso forma), forte sulle palle alte ma anche piuttosto lento e modesto tecnicamente, lo svizzero Ramon Vega, con quel nome spagnoleggiante che sembra preso direttamente da un romanzo di Zorro, è ricordato dai tifosi del Cagliari come una meteora della storia rossoblù.
Pilastro del Grasshoppers e della Nazionale svizzera sotto le gestioni di Roy Hodgson e Artur Jorge, nell'estate del 1996 è acquistato dal presidente rossoblù Massimo Cellino assieme al connazionale Marco Pascolo. Entrambi sognano di sfondare nel calcio italiano, che in quegli anni è ancora il campionato più bello e più difficile del Mondo.
Pur facendo certamente meglio del suo amico portiere, ancora oggi considerato uno dei peggiori affari dell'era celliniana, il difensore resta nell'isola appena 6 mesi, prima di essere venduto a peso d'oro al Tottenham. Il buon Ramon prosegue così la sua carriera in Inghilterra come riserva degli Spurs, prima di farsi male alla caviglia e venire girato in prestito al Celtic in Scozia. Indossa anche le maglie di Watford e Creteil per poi appendere le scarpe al chiodo all'età di 32 anni.
Dedicatosi poi al lavoro nel mondo della finanza, sulla base degli studi fatti da giovane, di recente ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della FIFA nelle elezioni 2023, in cui andrà a contendere a Gianni Infantino il ruolo di numero del calcio mondiale.
CALCIO E STUDIO
Ramon è il quinto figlio di una famiglia di immigrati spagnoli. Diversamente dai suoi fratelli, nati tutti a Madrid, lui nasce a Olten, vicino a Zurigo, in Svizzera, il 14 giugno 1971. È un ragazzo molto bravo negli studi, e dopo aver frequentato la scuola a Trimbach, successivamente si iscrive al Corso di Laurea in Banca e Finanza, presso la Zürich Business School.
Intanto però Vega inizia a giocare a calcio fin da giovane nelle Giovanili dell'FC Olten, il club della sua città. Nel 1989 il difensore centrale approda quindi al Grasshoppers, la società più titolata di Svizzera. Con 'Le Cavallette' inizia la sua scalata al grande calcio.
Dal 1990/91 viene aggregato alla Prima squadra, e il 5 settembre 1990 all'età di 19 anni fa il suo esordio nella massima Divisione svizzera, denominata all'epoca Lega Nazionale A, disputando gli ultimi minuti della gara casalinga contro il Losanna.
Due settimane più tardi, il 19 settembre, fa l'esordio in Coppa dei Campioni entrando in campo nel finale della sfida del Marakàna di Belgrado contro la Stella Rossa (1-1) che poi avrebbe sollevato il trofeo. A fine anno festeggia con i compagni il primo Scudetto svizzero della sua carriera.
A partire dalla stagione seguente Ramon è promosso titolare e diventa un pilastro della difesa delle Cavallette, con cui colleziona complessivamente in sei stagioni 194 presenze e 15 reti in tutte le competizioni, vincendo altri due Scudetti svizzeri (1994/95 e 1995/96) e una Coppa di Svizzera nel 1993/94, battendo in finale lo Schaffhausen con un netto 4-0. Al suo attivo anche 9 presenze in Coppa dei Campioni/Champions League.
PILASTRO DELLA SVIZZERA
Le prestazioni di Vega con il Grasshoppers attirano naturalmente su di lui le attenzioni del Ct. della Svizzera, l'inglese Roy Hodgson. Quest'ultimo lo fa esordire in amichevole il 17 marzo 1993 a Tunisi contro la Tunisia (0-1 per gli elvetici).
Il difensore è convocato anche nelle amichevoli successive ma al momento della scelta dei 22 per i Mondiali di USA '94, il centrale di Olten viene escluso, con il Commissario tecnico che gli preferisce giocatori più esperti. Rientra comunque nel giro della Nazionale subito dopo la Coppa del Mondo ed Hodgson lo convoca per Euro '96.
Contrariamente ai precedenti Mondiali, gli Europei inglesi inquadrano una Svizzera in forte calo di rendimento, con molti giocatori chiave sulla via del tramonto e i nuovi protagonisti non all'altezza.
Vega disputa tutte le gare del Gruppo A, ma gli elvetici, dopo aver costretto alla parità i padroni di casa, cedono di schianto contro Olanda e Scozia, piazzandosi all'ultimo posto con un solo punto e venendo immediatamente eliminati dalla competizione.
Il centrale continuerà a indossare la maglia della Svizzera fino al 2001, collezionando in tutto 23 presenze e 2 goal, arrivati tutti in amichevole contro il Lussemburgo nel marzo 1996 (1-1) e nel 1998 a Berna contro l'Inghilterra (1-1 anche in questo caso).
METEORA NEL CAGLIARI
Sulla Svizzera, nel giugno del 1996, si concentrano le attenzioni del presidente del Cagliari Massimo Cellino. L'imprenditore cerealicolo sta rinnovando la squadra dopo diversi addii importanti (Fiori, Firicano, Pusceddu e Oliveira) e quando le vede all'opera contro i Tre Leoni decide di puntare per il futuro su due pedine della squadra elvetica in quegli Europei: Vega, appunto, e il suo compagno di squadra Marco Pascolo.
La doppia operazione è seguita dal nuovo D.s. Lionello Manfredonia, che ha preso il posto di Sandro Vitali. Per il difensore centrale, che piace anche al Milan, il club rossoblù versa nelle casse del Grasshoppers una cifra attorno ai 5 miliardi di Lire, convinto, dato il suo palmarès, di essersi assicurato una pedina di livello internazionale. Il campo dirà altro ma intanto il difensore di Olten e il suo connazionale portiere, giunti in Sardegna nel luglio del 1996, partiranno titolari nel nuovo Cagliari dell'uruguayano Gregorio Pérez, reduce da tre Scudetti uruguayani di fila con il Peñarol.
Il 20 luglio la squadra è presentata in grande stile da un'ospite d'eccezione, Simona Ventura, nella sala congressi del Forte Village di Santa Margherita di Pula davanti a 300 invitati in rappresentanza del mondo politico ed economico isolano. Ad animare la serata, nella quale i nuovi arrivati recitano una parte fondamentale, la musica dei Gipsy Kings.
Vega, slanciato e capelli ricci e mossi, riscuote subito successo presso il pubblico femminile. Dopo la presentazione in pompa magna i due svizzeri partono assieme ai compagni per un lungo ritiro di 40 giorni prima a Folgaria e successivamente a Norcia. In molti sono convinti che per i rossoblù sarà una bella stagione. Cellino sogna ancora l'Europa.

Le amichevoli estive, del resto, danno buone indicazioni e anche la prima gara di campionato contro l'Atalanta di Mondonico, Lentini e Pippo Inzaghi, l'8 settembre 1996 al Sant'Elia, che segna il debutto di Vega e Pascolo in Serie A, vede i rossoblù vittoriosi per 2-0 grazie ai goal di Pancaro e Roberto Muzzi.
Vega, schierato al centro della difesa in coppia con il capitano Matteo Villa, si disimpegna bene, ma si tratterà di una vittoria e di una prestazione illusorie. Il Cagliari effettivamente fa un gioco piacevole ma i risultati gli danno torto e nelle successive 4 sfide i rossoblù di Pérez raccolgono 3 sconfitte contro la Juventus a Torino (2-1) e Udinese (1-2) e Parma (0-1) davanti ai propri tifosi, e un pareggio al Bentegodi con il Verona (2-2).
In un calcio veloce come quello che si gioca in Italia, emergono i limiti del difensore svizzero: bravo di testa, sì, ma troppo lento nell'uno contro uno e quando è chiamato a rincorrere gli avversari, e in difficoltà quando è chiamato a impostare il gioco dal basso, trovando alternative che non sia il lancio lungo.
Il tecnico Pérez è accusato di offensivismo e scarso equilibrio, con una squadra che va a giocarsela a viso aperto con tutti ma è poco fortunata. Le critiche della stampa e dei tifosi sono tante, così arriva a giocarsi la panchina nella sfida di Roma contro la Lazio di Zeman, snaturando la sua idea calcistica in nome di uno schieramento più difensivo.
Il Cagliari è ancora una volta sfortunato: guadagnatosi la superiorità numerica per un fallo da ultimo uomo di Marchegiani su Dario Silva, dopo il vantaggio biancoceleste con un eurogoal di Nedved dalla distanza, gli isolani ottengono il pareggio con un colpo di testa di Vega. Lo svizzero si esibisce al 32' nella sua specialità, arrivando sul pallone prima di Cudicini.
La palla ha superato la linea di mezzo metro prima che Fuser la rispedisca fuori con un calcione. Potrebbe essere l'episodio della svolta della stagione e nella carriera dello svizzero. Ma l'arbitro Bolognino di Milano e i suoi assistenti non se ne accorgono e il gioco prosegue. Nella ripresa Cudicini salva a più riprese sui tanti tentativi ospiti, mentre Signori è cinico e raddoppia in contropiede. La rete nel finale di Giacomo Banchelli serve solo a rendere meno pesante il passivo.
Con una vera e propria beffa, la sconfitta e la fragilità mostrata nel piegarsi alle critiche costano l'esonero a Gregorio Pérez, che in lacrime il giorno dopo saluterà la squadra. Al timone dei sardi torna Carletto Mazzone. 'Sor Magara' opera dei cambiamenti nell'undici titolare, ma Vega è sempre titolare benché i suoi limiti appaiano sempre più evidenti a tutti.
Anche se il Cagliari lentamente si riprende, il futuro nell'isola dello svizzero è in bilico. Il punto di non ritorno arriva il 30 novembre: a San Siro, contro l'Inter, i rossoblù vincono 2-1 ma un clamoroso fallo di mano di Vega al 90' propizia il calcio di rigore che consente a Djorkaeff di firmare il 2-2 e nega ai sardi i 3 punti in palio.
Ramon disputa la sua ultima partita in rossoblù al Sant'Elia il 5 dicembre davanti ai propri tifosi contro il Piacenza, ma la società, dopo l'arrivo di Lorenzo Minotti, ha già deciso che partirà nel calciomercato invernale come del resto il suo connazionale Pascolo. Alle porte del Cagliari bussa addirittura il Tottenham, che cerca un difensore centrale e offre una cifra attorno ai 10 miliardi di Lire, il doppio di quanto il club isolano lo aveva pagato in estate.
A Cellino non pare vero di realizzare un'importante plusvalenza e il patron rossoblù convince Vega, inizialmente poco propenso a lasciare l'Italia, ad accettare la nuova destinazione. L'avventura sarda del centrale di Olten termina così prematuramente dopo appena 14 presenze in campionato senza goal (con la rete regolare annullata nel match con la Lazio) e una presenza in Coppa Italia. Il Cagliari, invece, chiuderà la stagione 1996/97 con la retrocessione in Serie B dopo aver perso lo spareggio di Napoli col Piacenza.
GLI ANNI NEL TOTTENHAM
Sbarcato a Londra nel gennaio del 1997, il difensore elvetico debutta in Premier League il 12 nella sconfitta per 1-2 al White Hart Lane contro il Manchester United, gara nella quale effettua anche la sponda di testa per il provvisorio 1-0 di Rory Allen. Dopo appena 3 partite, tuttavia, i suoi limiti tecnici e di velocità fanno sì che il tecnico degli Spurs, Gerry Francis, lo releghi fra le seconde linee.
Nelle prime 4 stagioni con il Tottenham lo svizzero colleziona 67 presenze e 7 goal in tutte le competizioni, e il 21 marzo 1999 è titolare nella finale di League Cup vinta dagli Spurs contro il Leicester City con il punteggio di 1-0.
Successivamente si infortuna alla caviglia e fatica a ritrovare la condizione. Dopo altre 9 apparizioni, che portano il computo complessivo a 76 con 9 reti, nel dicembre del 2000 è girato in prestito al Celtic di Glasgow.

LE ULTIME STAGIONI
Il semestre scozzese è positivo per Vega, che mette in bacheca 3 trofei da protagonista: vince infatti campionato, Coppa di Scozia e Coppa di Lega. Dopo 18 presenze e 2 goal nella Premiership scozzese, tornato al Tottenham a fine stagione, dopo aver rescisso il contratto con gli Spurs, il difensore firma un triennale con il Watford, che in quel momento milita in Championship.
Benché sia uno dei giocatori più pagati nella squadra allenata da Gianluca Vialli, lo svizzero di origini spagnole lascia dopo un solo anno per non aver raggiunto l'obiettivo di conseguire almeno il 14° posto. Saluta dopo 3 goal in 32 presenze nella stagione 2001/02, per accordarsi con il Creteil, club francese di Seconda Divisione.
L'esperienza, modesta sul piano professionale, gli è utile su quello formativo: Vega impara infatti anche la quinta lingua, il Francese, dopo aver appreso negli anni lo Spagnolo, il Tedesco, l'Italiano e l'Inglese. Nel giugno 2003, a 32 anni appena compiuti, il difensore che in Italia è stato soltanto una meteora dice definitivamente addio al calcio giocato.
UOMO D'AFFARI E LA CANDIDATURA ALLA PRESIDENZA DELLA FIFA
Appesi gli scarpini al chiodo, Vega mette a frutto in campo finanziario i suoi studi universitari. Così si reinventa uomo d'affari e apre una gioielleria. Nel 2006 fonda anche la Matterhorn Capital Rosalp, una società immobiliare svizzera focalizzata sullo sviluppo di hotel di lusso in tutto il mondo.
Resta comunque legato al calcio e nel 2003 fonda a Marbella la 'Ramon Vega's Soccer School', e in seguito apre un'ulteriore scuola calcio in Gran Bretagna nel West Yorkshire. Dopo non essere riuscito ad acquistare il Portsmouth nel 2009, nel 2012 diventa socio fondatore di Duet Group, un gruppo finanziario specializzato in asset management e private equity.
Oggi che i folti capelli ricci di quando giocava hanno lasciato spazio ad un'ampia stempiatura, dopo aver valutato la candidatura alla presidenza della FIFA nel 2015, Vega ha ufficializzato che sfiderà il connazionale Giann infantino nelle presidenziali del 2023.
Il difensore meteora della storia del Cagliari, e che in Inghilterra 'The Independent' ha inserito nella speciale classifica dei peggiori trasferimenti della Premier, bollandolo come "sinonimo di indecisione e nervosismo", punta al ruolo di comando del calcio mondiale, per cogliere dunque, fuori dal campo, il suo riscatto personale.
"Conservo bellissimi ricordi dell'esperienza italiana - assicura nel 2020 ai microfoni di 'Tuttomercatoweb' - e sono orgoglioso di aver giocato in Serie A nel periodo di maggior splendore. In quei tempi era il miglior campionato al mondo, senza dubbio. Certo mi aspettavo di restare di più, la Sardegna mi piaceva tanto e poi ho trovato grande affetto tra i tifosi e la società, mi hanno fatto sentire come a casa. Ho coltivato grandi amicizie che ho mantenuto ancora oggi".