Ronaldinho RonaldoYoutube/GOAL

Quando Ronaldo era Ronaldinho e viceversa: lo stravolgimento della realtà

Cominciate a spogliarvi di tutte le convinzioni che avete accumulato nel tempo. Quelle raccontate dai cugini o narrate da pagine social di dubbia qualità. Quelle che vi è sempre piaciuto sfoggiare per far colpo su una persona di qualsiasi genere. Avete iniziato una frase con un bel "Ma lo sai che?" e avete proseguito nella narrazione raccontando come la Muraglia Cinese si possa vedere anche dallo spazio. Oppure di come L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat sia il primo film della storia. Magari avete visto Lucy di Luc Besson e siete ancora convinti di come l'essere umano usi solamente il 10% del proprio cervello. Vi è piaciuto vedere davanti a voi chi pendeva dalle vostre labbra, mentre raccontavate di come Cristiano Ronaldo e Ronaldinho siano omaggi a Ronaldo il Fenomeno. Falsi miti, convinzioni erronee. Anche davanti a queste rivelazioni le trame della realtà non sono più nell'ordine naturale, considerando che nel discorso calcistico, quello che avete conosciuto come Ronaldinho un tempo era Ronaldo. E quello che per primo ha vinto il Pallone d'Oro con tal nome un tempo era Ronaldinho.

Non c'è possibilità di errore anche in questo caso, non si tratta di qualcosa da verificare. E' successo. Non è oscuro solamente a quella generazione che davanti al nome Ronaldo, o eventuali varianti, riconosce solamente un fuoriclasse: Cristiano, attaccante del Manchester United. Anche i fermi sostenitori di Ronaldo il Fenomeno e Ronaldinho come massimi Ronald nella storia del calcio si dividono in due categorie: quelli che ammettono che no, non erano a conoscenza di questa parte dell'universo in cui Ronaldo è stato Dinho (e viceversa) e quelli che ma sai, forse, effettivamente ricordo qualcosa del genere. Nessun giudizio, perché effettivamente la questione si è persa tra le pieghe del tempo, forse per un motivo quanto mai sognante e banale. La classe di entrambi era tale che non c'era bisogno di andare a scavare in fondo. Magia allo stato puro, circo (quello senza animali eh), amore.

Partiamo spazzando via la questione iniziale e che per due decenni ancora circola nei forum, tra i discorsi da bar in post social a cui si può sempre porre rimedio con l'eliminazione delle prove che riportano alla propria colpevolezza. Cristiano Ronaldo non è stato chiamato così in onore di Ronaldo Luiz Nazario de Lima, il Fenomeno dell'Inter. Nemmeno Ronaldinho, suo compagno ai Mondiali 2022, in cui il Brasile sollevò, almeno per ora, la sua ultima Coppa del Mondo.

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RONALDINHO-CRISTIANO RONALDO-RONALDO

Innanzitutto, i genitori di Ronaldinho o Cristiano Ronaldo non hanno certo avuto modo di dare il nome Ronald come omaggio al Fenomeno. Quando il DInho che noi tutti conosciamo come tale, passato al Milan e al Barcellona, è nato, l'ex idolo dell'Inter aveva appena tre anni. Mentre CR7 è venuto al mondo quando il futuro collega brasiliano ne aveva otto. Senza scavare su Wikipedia, è una questione di facile risoluzione per chi non ha una ben chiara idea di quando il due volte Pallone d'Oro ha stregato il mondo.

Forse, allora, Ronaldinho e Cristiano Ronaldo hanno deciso di chiamarsi così negli anni della propria formazione calcistica? Ancora errato. Il primo risponde al nome di Ronaldo de Assis Moreira, il secondo è dal 1985 Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro. Il nome Ronaldo è dunque stato presente nel nome dato alla nascita dai rispettivi genitori. Un nome come un altro, derivante dall'italiano Rinaldo,  a sua volta composto da radici germaniche ragin ('consiglio') e wald ('potere' o 'dominio').

Il nome Rinaldo ha una larga lista di varianti. Sia in italiano (Reginaldo, ad esempio, proprio come l'ex attaccante del Parma, ora all'AZ Picerno), sia all'estero: Ragnvald in norvegese (qualcuno ha detto Elder Scrolls?), Raginald in Germania, ma soprattutto Ronald in inglese e per l'appunto Ronaldo in portoghese. Abbiamo lasciato questi ultimi due alla fine per un motivo. Cristiano Ronaldo è l'unione tra Cristiano, derivante dalla fede della famiglia, e Ronaldo, nome diffuso tra Portogallo e Brasile dunque, ma che il padre scelse relativamente all'amore per l'attore di serie B Ronald Reagan, alla fine passato maggiormente alla storia per essere stato il discusso 40esimo presidente degli Stati Uniti).

Dunque, semplicemente tre Ronaldo capaci di incantare il mondo. Fatta questa lunga, ma doverosa analisi, possiamo togliere dall'equazione Cristiano e pensare agli altri due, il Fenomeno Nazario e Ronaldinho. Non vi abbiamo mentito. La facciamo breve, prima di spiegarla nel dettaglio: alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, il Ronaldo che un anno dopo sarebbe sbarcato all'Inter, giocava con il nome di 'Ronaldinho'. Nel 1997, al Mondiale Under 17, il ragazzo del Joga Bonito passato anche al Milan, giocava con il nome 'Ronaldo' sulla propria maglietta. Mani sulle tempie che si allontanano e simulano l'esplosione del cervello. Boom.

Ronaldo Nazario RonaldaoGetty/GOAL

QUANDO RONALDO IL FENOMENO ERA RONALDINHO

Ronaldo e Ronaldinho hanno poco meno di quattro anni di differenza, tanto che, come già accennato, hanno avuto modo di sfidarsi in campo e vincere fianco a fianco i Mondiali del 2002. Uno è figlio degli anni '70 (1976), mentre il secondo è nato nel 1980. Nessuno di loro due, plot twist (non per tutti) è stato il primo Ronaldo ad aver lasciato il segno nel calcio brasiliano. Tra il 1986 e il 1993 Ronaldo Rodrigues de Jesus ha vinto tutto con il San Paolo, giocando però come difensore, di certo senza passare alla storia come goleador. Un granatiere dei 1,90 di tutto rispetto, capace di conquistare la convocazione per i Mondiali del 1994, vinti a Pasadena contro l'Italia. Il suo nome per tutti? Ronaldão.

In quella squadra che si lanciò verso Taffarel dopo l'errore dal dischetto di Roby Baggio era presente anche il 17enne Ronaldo Luis Nazario, futuro Fenomeno a Milano. Reduce da sole tre amichevoli con la Nazionale brasiliana nei mesi antecedenti ai Mondiali 1994, venne convocato dal ct Carlos Alberto Gomes Parreira grazie all'exploit con il Cruzeiro.

In questo modo, la Nazionale verdeoro si ritrovava due Ronaldo. Niente di speciale, considerando come l'Italia, ad esempio, contasse su due Antonio: uno era semplicemente Conte, l'altro Benarrivo. In Brasile, però, la questione dei cognomi è lunga e complessa come la sfilza degli stessi, ragion per cui uno dei due, per rispetto il più giovane, doveva essere Ronaldinho. E così, Ronaldo, prossimo acquisto del PSV prima e di Barcellona e Inter poi, vincerà i Mondiali 1994 come Ronaldinho.

Una questione che non cambierà nemmeno due anni più tardi, in questo caso alle Olimpiadi di Atalanta 1996. Nella corsa al bronzo (derivante dal terzo posto dietro Argentina e Nigeria), Ronaldo-Ronaldinho mostrerà tutta la sua classe e l'esperienza acquisita nel frattempo in Eredivisie come nuovo fenomeno del calcio locale. Lì può essere riconosciuto come Ronaldo, ma negli States la questione è diversa. Le cinque reti che lo rendono vice-capocannoniere del torneo alle spalle dell'amico Bebeto e di Hernan Crespo, con cui dividerà gioie e dolori più avanti, saranno messe a segno come Ronaldinho. Non c'è più Ronaldão a ricordargli la sua gioventù, ma stavolta Ronaldo Guiaro. Altro difensore, stavolta dell'Atletico Mineiro, ha solo due anni in più, comunque abbastanza per non essere il Dinho della situazione.

Le Olimpiadi del 1996 saranno le ultime in cui Ronaldo sarà chiamato Ronaldinho. Ronaldão saluterà la Nazionale brasiliana nel 1995, mentre Ronaldo Guiaro avrà modo di giocarci solamente ad Atlanta per poi volare in Europa (un decennio tra Benfica e Besiktas) senza mai più rivedere il verdeoro con cui il Fenomeno arriverà secondo ai Mondiali 1998 e brillerà con uno storico taglio di capelli nel 2002, vincendo la sua seconda Coppa del Mondo.

Ronaldo Ronaldinho 1999Getty

QUANDO RONALDINHO ERA IL GIOVANE RONALDO

Negli anni '80, mentre un altro Ronald è alle prese con la Guerra Fredda e l'edonismo derivante dalla sua ideologia spopola nel mondo occidentale, a spopolare tra i giovani brasiliani di Porto Alegre è Ronaldo de Assis Moreira. Denti caratteristici, fisico minuto, classe over 9000. I filmati del giovane Ronaldinho diventeranno più avanti spot di un noto marchio di abbigliamento sportivo. All'epoca gioca nel Gremio, dove comincerà ad attirare sempre più persone, tra cui il selezionare del Brasile impegnato nel Mondiale Under 17, Carlos Cesar Ramos.

Il Brasile ha perso l'edizione del 1995 in finale contro il Ghana e nel nuovo torneo del 1997 ha tutta l'intenzione di conquistare l'oro. In squadra ci sono tra gli altri il centrocampista Matuzalém, il trequartista Geovanni e il numero dieci, Ronaldo. Che in realtà è proprio Ronaldinho, non ancora piccolo. Certo, ha 17

Mondiali di categoria non è certo quello venuto al mondo più tardi. Basti pensare ai compagni 16enni Ferrugem e Fabio Pinto, o avversari come il maliano Drissa Coulibaly, appena 14enne.

Ronaldinho scende in campo con il 10 sulla maglia e il nome Ronaldo. E' veloce, è tecnico, è un campione che farà di I Cairo, Ismailia, Alexandria, e Port Said i suoi primi palcoscenici. Due reti, amore per il gioco di prestigio e l'oro di Campione del Mondo Under 17. Due anni dopo, mentre ha nel frattempo cominciato a giocare per la prima squadra del Gremio, arriva anche la pressoché scontata chiamata per i Mondiali Under 20. Stavolta si vola in Nigeria.

Buona parte della squadra che ha conquistato il titolo di categoria giovanile inferiore nel 1997 è confermata: ci sono nuovamente Geovanni, Matuzalem, Fabio Pinto. Insieme a loro, però, sono presenti anche il 19enne portiere Julio Cesar (sì, quel Julio Cesar), Juan (sì, quel Juan), Amantino Mancini e il veneziano Bilica. Nessun Ronaldo, così che col numero sette sulle spalle Ronaldinho possa essere ancora una volta solo 'Ronaldo'.

Stavolta l'avventura del Brasile si conclude con una deludente eliminazione ai quarti di finale, ma che si rivelerà una rampa di lancio per alcuni suoi interpreti. Mentre il numero dieci Edu avrà una buona carriera in Spagna giocando però una sola gara con la nazionale maggiore, Ronaldinho non abbandonerà più il team principale. Due mesi dopo il Mondiale Under 20, nel giugno 1999, arriva la prima convocazione per giocare l'amichevole contro la Lettonia, a cui seguirà la Copa America al via pochi giorni dopo, in cui Dinho giocherà quattro gare, conquistando il primo grande trofeo della sua carriera.

Nella Copa America 1999 Rivaldo viene eletto miglior giocatore, vincendo il titolo di capocannoniere al pari di Ronaldo il Fenomeno. La storia, ciclica dei Rinaldi, si chiude. Il giocatore dell'Inter, che a suo tempo fu Dinho causa gioventù, rende Dinho un altro ragazzo, di qualche anno più piccolo. Da allora, con il mito di Ronaldo oltre ogni limite, non ci sarà più spazio al mondo per altri con il suo nome. Solo Ronaldinho, che avrà modo di compiere l'ovvio passo verso l'Europa, firmando con il PSG nel 2001.

I due Ronald hanno vinto insieme la Copa America del 1999 e il Mondiale del 2002, vissuto la deludente spedizione tedesca del 2006 e alternato gioie e dolori coi club. Il Fenomeno dell'Inter ha salutato così l'amico e rivale il 17 gennaio 2018, al momento del suo ritiro dalle scene calcistiche:

"Condividere il nome, il soprannome e tanti momenti storici con questo genio è stato un onore"

Due Ronaldinho, innumerevoli Ronaldo. Una storia, che come sempre, è stata scritta dai vincitori. Stavolta, però, nessun perdente. Ciò che milioni di persone hanno sempre reputato come unica realtà, nasconde doppi e scambi, quasi una multilocazione. Che non poteva essere possibile e rese uno il contrario di un altro. Per un po', prima che l'evoluzione facesse il suo corso.

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