GOAL
"De Robbio fischia in questo istante la fine. Il Cagliari è campione d'Italia!" - Sandro Ciotti a 'Tutto il Calcio minuto per minuto'.
Il campionato di Serie A 1969/70 chiude i favolosi anni Sessanta e apre una nuova era calcistica, quella dei formidabili anni Settanta. È anche il torneo che conduce ai Mondiali di Messico '70, molto sentiti dall'Italia di Ferruccio Valcareggi, perché gli Azzurri sono campioni d'Europa in carica e puntano a prendersi una rivincita dopo le delusioni di Cile '62 e Inghilterra '66.
Sono ancora una volta 16 le squadre al via e in estate le favorite per lo Scudetto sono le solite note: la Juventus e l'Inter, protagoniste di un calciomercato scoppiettante partono in pole position, con il Milan Campione d'Europa in carica ma in seconda fila. Fra le outsiders ci sono invece la Fiorentina, campione d'Italia uscente, e il Cagliari, 2° nel 1968/69 alle spalle dei viola, e beffato dai toscani dopo esser rimasto a lungo in vetta.
Le cose, come vedremo, andranno molto diversamente da quanto gli esperti pronosticano in estate: al termine di una stagione esaltante, la squadra rossoblù, trascinata da tre uomini chiave, il vicepresidente e Direttore generale Andrea Arrica, il tecnico Manlio Scopigno e il fuoriclasse e bomber della squadra Gigi Riva, batterà le grandi squadre del Nord e conquisterà uno Scudetto leggendario, portando in paradiso un'intera isola.
IL CALCIOMERCATO 'GENIALE' DI ARRICA
Nell'estate 1969 è la Juventus la regina del calciomercato. I bianconeri spendono e cambiano più di tutti. Il vicepresidente Remo Giordanetti ingaggia il trequartista della Sampdoria Bob Vieri, il cui cartellino è valutato 700 milioni di Lire, e per assicurarselo versa nelle casse blucerchiate 300 milioni più il cartellino di Romeo Benetti.
Dal club genovese arriva a Torino anche il giovane stopper Francesco Morini, pagato 350 milioni. In attacco si punta sull'ala Lamberto Leonardi dal Varese (210 milioni più la comproprietà di Bonci e il prestito di Bettega, per una valutazione totale di 240), dall'Atalanta è acquistato il centrocampista Gianpietro Marchetti dall'Atalanta, che aveva ben figurato nel Lecco (200 milioni).
A questi nomi si aggiunge a novembre quello di un giovane mediano sardo, Antonello Cuccureddu, comprato dal Brescia per 400 milioni di Lire. Infine dal Palermo rientra alla base il difensore-centrocampista Beppe Furino. Tre, invece, le cessioni più importanti: Sacco va all'Atalanta in cambio di 250 milioni, Menichelli e Bercellino si accasano al Brescia per 220 e 180 milioni.
Immediatamente dietro ai bianconeri l'Inter di Ivanoe Fraizzoli. Il club milanese mette nel mirino Gigi Riva, prima scelta per l'attacco, e offre al Cagliari un miliardo e 300 milioni di Lire: la proposta è respinta al mittente e non se ne farà nulla. I nerazzurri, che l'anno prima si sono visti soffiare Pietro Anastasi dai rivali bianconeri, rischiano di restare senza un grande numero 9, e qui arriva 'la genialata' del dirigente dei sardi, Andrea Arrica.
Quest'ultimo propone infatti ai milanesi il ritorno di Roberto Boninsegna, che, mancino come 'Rombo di Tuono', in rossoblù finiva un po' per pestarsi i piedi con il bomber di Leggiuno. L'Inter inizialmente tentenna, ma alla fine cede: il problema è la valutazione del cartellino di 'Bonimba', lievitata negli ultimi anni a 650 milioni di Lire.
Arrica, considerato universalmente 'il padre dello Scudetto' dei sardi, è abilissimo ad imbastire un'operazione ad ampio raggio. Alla fine l'Inter cederà ai rossoblù ben 3 giocatori: Boninsegna si trasferisce in nerazzurro in campio del big Angelo Domenghini, il tornante della Nazionale, richiesto da Manlio Scopigno, e valutato 500 milioni, il centravanti di manovra Sergio Gori, noto 'Bobo', valutato 300 milioni, il terzino Cesare Poli (150 milioni) e un assegno da 300 milioni staccato al club milanese dal presidente Efisio Corrias.
I nerazzurri, per accontentare il nuovo allenatore Heriberto Herrero, non badano a spese. A Milano arrivano anche il giovane attaccante Alberto Reif, pagato uno sproposito (330 milioni, 250 cash più Bagatti), il portiere Lido Vieri dal Torino (270 milioni) e lo stopper Aristide Guarneri, anche lui di ritorno in nerazzurro per 140 milioni, più il giovane centrocampista Sandro Vanello, di ritorno dal Verona.
Il colpo a sensazione lo fa il Torino, che preleva dal Napoli nelle ultime ore prima della chiusura delle trattative Claudio Sala, per la valutazione eclatante di 480 milioni di Lire. Ad incassare l'importante cifra è Corrado Ferlaino, il numero uno partenopeo, che alza all'ultimo la posta in palio. Restano in azzurro, invece, i big Zoff, Sivori e Altafini. A inizio dicembre arriva dal Milan, causa eccessivo numero di stranieri in rosa, l'esperto svedese Kurt Hamrin.
Il Diavolo ottiene dal Torino il bomber Nestor Combin, valutato 460 milioni e pagato 259 più la comproprietà di Carlo Petrini. A centrocampo, falliti gli assalti a Juliano e Bulgarelli, deve accontentarsi di Domenico Fontana, playmaker del Vicenza, valutato 300 milioni e pagato 200 più la comproprietà di Nevio Scala.
Il Cagliari, fatta eccezione per il mega scambio con l'Inter, si limita a piccoli ritocchi: con 100 milioni più il cartellino di Longo, Arrica preleva dall'Atalanta l'attaccante Corrado Nastasio per cucirgli addosso il ruolo di vice-Riva. L'ultimo tassello giunge in Sardegna attraverso uno scambio di terzini con la Fiorentina campione d'Italia, che per il resto preferisce stare a guardare: Giuseppe Longoni si accasa con i toscani, mentre Eraldo Mancin fa il percorso inverso e approda nell'isola.
A suggellare l'operazione, dissacrante come suo solito, è il tecnico rossoblù Manlio Scopigno, che ai giornalisti che gli chiedono le ragioni dell'affare risponde:
"Semplice, abbiamo scambiato una pippa con un'altra pippa. Tutto qui".
E intanto, snobbato da tutti, e senza grandi clamori, Arrica era riuscito a rinforzare la squadra che l'anno precedente aveva sfiorato il titolo.
LA SQUADRA
La squadra, modellata sul calciomercato da Arrica, e affidata alle cure di Scopigno, è dunque disegnata. In porta c'è Albertosi, che garantisce sicurezza e spettacolarità. Davanti a lui, in difesa, Niccolai è lo stopper e Tomasini il libero, mentre Martiradonna e Zignoli, due marcatori coriacei, sono i due terzini. Cera è il mediano, bravo nel controllo delle mezzepunte avversarie, ma abile anche nell'impostazione della manovra e nel lancio lungo. Si trasformerà poi in libero moderno quando un grave infortunio mette k.o. Tomasini.
Le due mezzali sono il brasiliano Nené, trasformato da centravanti quando approdò in Italia con la Juventus, a grande incursore e costruttore di gioco, e 'il cervello' Greatti, uomo di sostanza e geometrie. Sulla destra, in appoggio, l'inesauribile tornante Domenghini, che fa un po' tutto. Davanti poi il gioco si poggia tutto sul fuoriclasse Gigi Riva, con il raffinato Bobo Gori che si dimostrerà essere sua spalla ideale. La panchina, infine, vede l'esperto Reginato come portiere di riserva, i terzini Mancin e Poli (in grado all'occorrenza di fare anche il mediano e la mezzala), il centrocampista Brugnera, dotato di gran tecnica e promosso titolare quando si farà male Tomasini, e l'attaccante di scorta Nastasio.
L'AVVIO FOLGORANTE DEI ROSSOBLÙ
La stagione inizia con le favorite subito vincenti. Il Milan travolge il Brescia 1-4 con un poker di Rivera, che a fine anno vincerà il Pallone d'Oro. Stesso risultato per la Juventus, che stende il Palermo in casa, mentre l'Inter supera di misura il Bologna a San Siro con il colpo estivo Boninsegna subito decisivo.
Parte con il piede giusto anche la Fiorentina, che con lo Scudetto sulle maglie, supera il Verona grazie ad una rete di Chiarugi. A 2 punti, con loro, anche il Bari di Oronzo Pugliese, vittorioso sulla Roma, e il Vicenza di Puricelli, che al Menti ha la meglio a sorpresa sul Napoli grazie ad una doppietta di Sandro Vitali e a un goal di Cinesinho.
E il Cagliari? I sardi fanno visita alla Sampdoria e a Genova non vanno oltre lo 0-0. Ma poi accelerano e nessuno li resiste: per i rossoblù arrivano 4 vittorie consecutive. Domenghini e Riva stendono il Vicenza all'Amsicora (2-1) e il Brescia al Rigamonti (0-2), poi l'asticella si alza: 1-0 alla Lazio, con goal di Brugnera, e, soprattutto, 0-1 al Comunale contro la Fiorentina. Un rigore trasformato dal solito Riva 'vendica' la debacle dell'anno precedente e porta i sardi in testa alla classifica con 9 punti dopo 5 giornate, uno in più dei viola e dell'Inter.
Il secondo esame consecutivo vede i rossoblù uscire indenni dall'esame di San Siro contro i nerazzurri: è il brasiliano Nené, a inizio ripresa, a impattare il vantaggio iniziale dei milanesi siglato da Luisito Suarez. Una doppietta di 'Rombo di Tuono' da bomber d'area di rigore stende anche il Napoli al San Paolo (0-2), e all'8ª giornata è la Roma di Helenio Herrera a far visita agli isolani all'Amsicora.
'Il Mago' dichiara apertamente di voler fermare la corsa dei rossoblù, ma in campo, al termine di una gara combattuta, il risultato è ancora favorevole ai ragazzi di Scopigno. Decide un goal di Nené a 6 minuti dalla fine del primo tempo: il brasiliano si invola in velocità in contropiede, seguito vanamente dai un paio di giocatori giallorossi, e a tu per tu con il portiere Ginulfi, ha la freddezza di piazzare la palla nell'angolino basso più lontano: 1-0, che fa esplodere i tifosi rossoblù sugli spalti e sarà anche il risultato finale.
La gara è un susseguirsi di emozioni, con i legni di Domenghini (traversa) e Riva su punizione (palo), un goal annullato alla Roma perché la palla è uscita e una serie di grandi parate del portiere giallorosso. Dopo 8 giornate il Cagliari è ancora imbattuto: 6 vittorie e 2 pareggi valgono il 1° posto in solitaria con 14 punti, 4 di vantaggio sul tandem composto da Inter e Fiorentina.
Ma quasi tutti, fuori dall'isola, sono convinti che sarà ancora una volta un fuoco di paglia e che i rossoblù, come nella stagione 1968/69, caleranno presto. Tanto più che alla 9ª giornata all'Amsicora arriva la Juventus di Ercole Rabitti. I bianconeri, dati per favoriti prima dell'inizio del torneo, hanno appena 6 punti, e navigano nei bassifondi della classifica, dopo aver vissuto un avvio di stagione horror, culminato con l'esonero dell'allenatore argentino Luís Carniglia dopo la 6ª giornata e una mini rivoluzione.
In panchina è stato posto il tecnico italiano, Giampiero Boniperti è stato nominato amministratore delegato del club e dal mercato novembrino è arrivato un giovane centrocampista che farà molto parlare di sé: Antonello Cuccureddu. L'algherese è la grande novità dell'undici bianconero, che scende in campo all'Amsicora priva del centravanti Anastasi: è schierato da mezzala con il numero 10 e fa l'esordio in Serie A proprio contro la squadra che rappresenta la sua regione.
I rossoblù sono invece al completo e nel primo tempo i protagonisti sono i due portieri Albertosi e Tancredi, che fanno sì che le due squadre vadano a riposo a reti inviolate. A inizio ripresa, però, un'accelerazione della capolista porta al goal del vantaggio di Domenghini: 1-0. La gara è combattuta ma sembra destinata a chiudersi con il successo di misura dei sardi.
Non sarà così. Leonardi costringe Zignoli a rifugiarsi in angolo. Manca un minuto al 90' e sulla battuta dalla bandierina, Niccolai respinge di testa. Il pallone giunge però sui piedi di Cuccureddu, che controlla e con un gran destro infila Albertosi sotto la traversa. L'Amsicora ammutolisce e la gara più attesa termina 1-1.
Nonostante il successo della Fiorentina sul Bari, il Cagliari mantiene un vantaggio di 3 lunghezze sui viola, diventati i primi inseguitori. Il punto dell'Amsicora ha però il potere di destare dal torpore la Vecchia Signora, che a quel punto ingrana e inizia la sua scalata in classifica, e di contro di sgretolare le certezze dei sardi, che da quel momento vivono una piccola involuzione.
La capolista acciuffa il pareggio nel finale al Bentegodi contro il Verona (1-1 goal di Greatti dopo un autogoal di Domenghini), poi è lo scatenato Riva a infliggere con il suo mancino il k.o. esterno al Bologna (1-0 per la squadra di Scopigno).
WikipediaK.O. A PALERMO MA TITOLO D'INVERNO
Si arriva così alle ultime 3 giornate del girone di andata, che assegnano il titolo d'inverno. Il Cagliari è in vetta con 18, seconda è la Fiorentina a 14, poi Inter e Lanerossi Vicenza a 13. Ma dove non riescono gli avversari, riesce l'influenza, che debilita la rosa del Cagliari nei giorni che precedono l'insidiosa trasferta di Palermo, ultimo in classifica, in programma il 14 dicembre 1969.
E al Comunale di Palermo, ai sardi, che giocano la peggior partita della loro stagione, gira tutto storto. Sul finire del primo tempo Troja trova un goal spettacolare, infilando Albertosi con un colpo di testa in tuffo su assist di Pellizzaro, e nella ripresa la capolista si riversa in attacco alla ricerca del pareggio. Nonostante tutto, il solito Riva pareggia, ma l'arbitro strozza in gola il grido dei sardi, annullando la marcatura per posizione di fuorigioco che oggi diremmo 'passiva' di Martiradonna, accasciato per terra dolorante all'altezza della bandierina.
Su un campo reso peraltro molto pesante dalla pioggia, le decisioni dell'arbitro Toselli della sezione di Cormons, e soprattutto del guardalinee Cicconetti, che sventola la bandierina e richiama l'attenzione del fischietto friulano nell'occasione incriminata, non piacciono a Scopigno.
Avvicinatosi al guardalinee, l'allenatore friulano si scaglia una prima volta contro di lui.
"Quella bandierina farebbe meglio a infilarsela nel c**o", gli dice.
Il Palermo vince 1-0, infliggendo la prima sconfitta stagionale ai rossoblù, e a fine partita 'Il Filosofo' perde totalmente la sua proverbiale flemma. Dopo aver inveito contro il direttore di gara, il suo bersaglio principale è ancora Cicconetti, che viene apostrofato pesantemente dall'allenatore dei sardi, mentre i tifosi rosanero applaudono la loro squadra.
"Perché non va anche lei a prendersi gli applausi in mezzo al campo? - gli dice - Con la testa di c***o che si ritrova non dovrebbe andare in giro, ma stare a casa a fare il pupazzo".
Il Cagliari è in difficoltà e il 21 dicembre arriva un pareggio per 0-0 a Bari, che consente a Inter e Milan di portarsi a -3. Quindi, il 23 dicembre, il Giudice sportivo squalifica Scopigno per 5 mesi, poi ridotti a 4, per "avere rivolto a un guardalinee una frase gravemente irriguardosa, immediatamente seguita da una frase di triviale ingiuria, poi ripetuta alla fine della gara".
Lo stop complessivo inflitto al tecnico del Cagliari è di ben 15 giornate, fino al 18 aprile. In pratica gli isolani dovranno concludere la stagione senza il loro allenatore. Al suo posto in panchina siederà il vice Ugo Conti, mentre Scopigno è costretto a seguire la squadra dalla partita dell'Amsicora contro il Milan, in programma il 28 dicembre.
Riva è scatenato, e porta in vantaggio i rossoblù dopo pochi minuti: il numero 11 trasforma con un potente sinistro un calcio di punizione dal limite sul quale non può nulla Cudicini. I sardi sembrano poter controllare il vantaggio, tuttavia nella ripresa Rivera si accende all'improvviso, e dopo una galoppata palla al piede di 40 metri, smarca in area Prati, che con un tocco morbido beffa Albertosi.
Finisce 1-1, e per il Cagliari arriva il secondo pareggio consecutivo, che vale comunque il titolo di Campione d'inverno con una giornata di anticipo. In classifica, infatti, le altre non corrono. L'unica vera novità è la Juventus, risalita fino al 2° posto: i bianconeri, la Fiorentina, l'Inter e il Milan inseguono ora la capolista con 3 lunghezze di ritardo. I detrattori, però, non danno grande credito a Riva e compagni, e assicurano che i sardi saranno presto raggiunti e superati.
Il 4 gennaio 1970 il Cagliari, dopo 3 domeniche di digiuno, ritrova la vittoria battendo 2-0 all'Amsicora il Torino. Riva colpisce un palo e una traversa, e il vantaggio, su sponda aerea di Rombo di Tuono, lo firma il suo partner d'attacco Gori, bravo a sfruttare una respinta maldestra della difesa granata. Nella ripresa le squadre restano in 10 per l'espulsione di Sala e Greatti per reciproche scorrettezze, ed è allora il solito Riva a completa l'opera con una girata vincente da centro area.
Il girone di andata si chiude così con il Cagliari primo a quota 22 punti, seguito da Fiorentina, Inter e Juventus a 19.
IL GIRONE DI RITORNO E LA SFIDA DECISIVA
Tutti si chiedono quando il Cagliari, privo peraltro del suo allenatore in panchina, accuserà una flessione. I rossoblù danno però una prima convincente risposta iniziando il girone di ritorno con un rotondo 4-0 casalingo contro la Sampdoria: 2 i goal di Domenghini, uno a testa per Riva e Bobo Gori.
La gara con i genovesi è tuttavia importante per un altro evento sfavorevole per i sardi: poco dopo la mezzora, in uno scontro con Benetti, il libero del Cagliari Tomasini si infortuna al ginocchio destro. Che fare dunque? Scopigno, che segue la partita dagli spalti dietro una reticella, ha l'intuizione geniale: arretra Cera in posizione di libero, e manda in campo Brugnera al posto dell'infortunato bresciano.
Vincere insegna a vincere, e il 18 gennaio, al Menti di Vicenza, va in scena una delle partite più epiche della stagione degli isolani. La sfida fra i due bomber, Vitali e Riva, infiamma la 17ª giornata di campionato. Con il suo nuovo assetto, e con Poli a centrocampo al posto dell'indisponibile Greatti, i rossoblù danno spettacolo.
Riva trasforma in goal da centro area un bel pallone messo in mezzo da Gori, dando un chiaro indirizzo al match. Nella ripresa il Vicenza mette pressione al Cagliari, ma l'arbitro Gonella espelle con rosso diretto Cinesinho per un fallo di reazione a gioco fermo. Così i sardi hanno più spazio per agire in contropiede.
I biancorossi non trovano il pareggio, dall'altra parte è Riva a lasciare tutti a bocca aperta al 70'. L'azione è avviata da Gori, che si libera sulla sinistra e crossa in area all'indietro dalla riga di fondo. Sponda di testa di Domenghini per il bomber di Leggiuno, che tuttavia è girato spalle alla porta: Rombo di Tuono si lancia in acrobazia, e con una spettacolare rovesciata volante batte per la seconda volta Pianta.
"Pietro Pianta era un mio amico, aveva giocato a Cagliari per alcuni anni - racconterà Riva anni dopo -. Mentre andavo ad abbracciare i compagni lo sentii distintamente dire: "Bestia, sei una brutta bestia!".
Nel finale, con grande orgoglio, il Vicenza accorcia le distanze con il suo uomo più rappresentativo, Vitali, che fissa il risultato sull'1-2. Il Cagliari mantiene 3 lunghezze di margine sulla Juventus, ormai sua prima inseguitrice. Fra i marcatori, invece, Riva e Vitali si dividono la vetta con 11 reti per parte.
Il Cagliari, in fiducia, è ormai un rullo compressore. I sardi travolgono 4-0 il Brescia (goal di Gori e Riva e doppietta di Brugnera), poi espugnano l'Olimpico battendo 0-2 la Lazio (Domenghini e Riva). I bianconeri scivolano a -4 alla 19ª prima che il calendario ponga di fronte i ragazzi di Scopigno alle tappe più difficili.
Al Comunale contro la Fiorentina, Riva e compagni strappano lo 0-0 in una gara molto combattuta, ma ne approfitta la Juventus, che dopo il successivo k.o. dei sardi a San Siro contro l'Inter (1-0 con goal dell'ex Boninsegna) risale a -1. La classifica alla 21ª giornata recita: Cagliari pt. 31, Juventus pt. 30. Tutto è ancora in gioco. I rossoblù rispondono battendo anche a domicilio il Napoli di Chiappella (2-0 con reti di Gori e Riva su rigore), e allungano a +2 prima dell'impegnativa trasferta all'Olimpico con la Roma, grazie al pari senza goal nel Derby d'Italia di San Siro.
Scopigno rimanda in campo Tomasini, ma al libero titolare, dopo pochi minuti, salta definitivamente il menisco del ginocchio destro. Per i tempi significa campionato terminato in anticipo e niente Mondiali del 1970 in Nazionale.
"Beppe, scendi in campo, così ti rompi definitivamente e devono operarti", mi disse il mister.
"Io ero perplesso - ammetterà anni dopo il giocatore bresciano -, dopo l’infortunio con i doriani sbagliarono tutto in clinica. Avrebbero dovuto operarmi subito. Invece continuai ad allenarmi e andai anche nel ritiro della Nazionale under 23. Peggiorando la situazione. E il giorno dopo la partita con la Roma dovetti realmente operarmi".
In campo Peirò porta in vantaggio i giallorossi di Herrera, ma Domenghini, ben servito da Poli, salta un avversario e pareggia con un goal di punta prima della mezzora. L'1-1 consente agli isolani di mantenere lo stesso vantaggio sui rivali, bloccati sullo 0-0 in casa anche dal Napoli ma reduci da 15 risultati utili consecutivi.
Si arriva in questa situazione allo scontro diretto, definitio dai media 'la partita dell'anno', in programma a Torino il 15 marzo 1970. Tutti nell'ambiente bianconero, da Boniperti al tecnico Rabitti, passando per i tifosi, sono convinti che il soprasso sia alla portata. Si gioca in un Comunale stracolmo di 70 mila spettatori, sotto la direzione dell'arbitro Concetto Lo Bello.
I sardi hanno 2 risultati, i bianconeri solo uno: la vittoria. La sfida Scudetto, che tiene tutti i sardi incollati alle radioline (c'è un boom di acquisti proprio nei giorni che precedono la gara) parte male per il Cagliari, che va sotto già al 29': Niccolai la combina grossa e con un colpo di testa all'indietro batte imparabilmente Albertosi, che gliene dice di tutti i colori. 1-0 per la Juventus.
La reazione della capolista è però veemente, i rossoblù si riversano in attacco e sono premiati con il goal del pareggio negli istanti finali del primo tempo. L'1-1 porta la firma dell'uomo più atteso, Gigi Riva.
"Batte un angolo Nené da destra... - scriverà nella sua cronaca Gianni Brera - In area, avversari a grappolo, impegnati nello stacco: la palla ricade fuori dal mucchio. Riva la coglie di ginocchio e la batte a spioventino oltre compagni e avversari, che aggire fulmineo: prima che esca il portiere, prodigiosamente Riva incorna e segna!".
Quando le due squadre tornano in campo dopo l'intervallo, a salire sugli scudi è tuttavia l'arbitro Lo Bello. Il fischietto siciliano concede un rigore 'generoso' ai bianconeri al 64'. Sul dischetto va Haller, ma Albertosi si supera, intuisce e respinge la conclusione del tedesco.
Ma qui arriva il colpo di scena: Lo Bello ritiene che Albertosi si sia mosso prima del fischio e comanda la ripetizione del tiro, fra le proteste veementi dei sardi. La Juventus cambia allora rigorista, batte Anastasi, che segna: 2-1 per la Vecchia Signora. Fra i più arrabbiati c'è Gigi Riva, che si avvicina all'arbitro.
"Noi abbiamo fatto sacrifici per un anno intero, giocandoci le partite con il coltello fra i denti per portare in Sardegna un risultato prestigioso. Non è giusto che un c*****e come lei rovini tutto... Mi dica cosa devo fare per farmi cacciare".
Ma Lo Bello non batte ciglio e replica al bomber del Cagliari:
"Riva, lei pensi a giocare".
Il clima è incandescente ma a quel punto è lo stesso arbitro Lo Bello, secondo quanto racconterà il libero rossoblù Pierluigi Cera, a consigliare ai giocatori rossoblù di proseguire a giocare e a lanciare la palla in avanti per Riva. All'82' c'è così il colpo di scena decisivo: sugli sviluppi di una punizione, contatto fra Salvadore e Riva, con il difensore bianconero che trattiene 'Rombo di Tuono' e non gli permette di saltare. Per il fischietto siciliano, piazzato vicino all'azione, non ci sono dubbi: calcio di rigore per gli ospiti.
Il pallone è pesantissimo, e tocca al bomber di Leggiuno piazzarlo sul dischetto e incaricarsi della trasformazione. La conclusione è rasoterra e piuttosto centrale, e Anzolin, che si muove in anticipo, come dimostrano le immagini televisive dell'epoca, intuisce la direzione. Sono momenti di grande concitazione per i protagonisti in campo e i tifosi sugli spalti e a casa, incollati alle radioline.
Il tiro è comunque troppo forte perché il portiere bianconero possa bloccare la sfera: il suo tocco non impedisce alla palla di insaccarsi. Finisce 2-2, e mentre le due squadre stanno rientrando negli spogliatoi, Riva, avvicinatosi nuovamente a Lo Bello, domanda al grande protagonista del secondo tempo del Comunale:
"E se lo avessi sbagliato?"
"Nessun problema - gli risponde il fischietto di Siracusa -, l'avrei fatto ripetere".
La Rai intervista Scopigno, che come suo solito, dopo la lunga squalifica, ha assistito alla partita dalla tribuna.
"Ho assistito ad una partita divertente - dichiara -, non bella sul piano tecnico ma molto combattuta e molto veloce. Abbiamo affrontato una Juventus che sul piano del ritmo credo ci sia superiore, noi forse abbiamo qualcosa in più in fatto di tecnica, ma il risultato mi sembra giusto e regolare".
Uscito indenne dall'ostacolo più duro, il Cagliari non si ferma più. Mentre Riva, staccando il suo rivale Vitali per lo scettro di re dei bomber (16 goal contro 13), si avvia verso il terzo titolo di capocannoniere della Serie A nella sua carriera.
Alla 25ª giornata i sardi battono di misura il Verona all'Amsicora con un rigore del solito Riva, mentre la Juventus crolla in trasferta in casa della Fiorentina, perdendo 2-0 con i viola, e scivolano a -4 dalla vetta a 5 giornate dal termine. Ma i giochi non sono ancora conclusi: nel turno successivo, infatti, il Bologna impone lo 0-0 al Comunale agli isolani, mentre la Juventus batte 3-0 il Milan e risale a -3.
Il distacco resta invariato alla quartultima giornata, con i sardi che si prendono la rivincita sul Palermo, sconfitto 2-0 all'Amsicora (reti di Riva e Nené) e i bianconeri che superano in extremis il Brescia al Comunale grazie ad un goal di Anastasi. A tre giornate dalla fine, dunque, i rossoblù conducono con 40 punti, e la Juventus insegue a 37. Ma la vittoria sui rosanero vale di fatto per il Cagliari il match ball perlo Scudetto.
12 APRILE 1970: IL CAGLIARI È CAMPIONE D'ITALIA
Il 12 aprile 1970, per la terzultima giornata, i sardi ospitano all'Amsicora il Bari, mentre la Juventus è impegnata fuoricasa a Roma contro la Lazio. I tifosi rossoblù riempiono l'Amsicora. Fra i 28 mila spettatori ci sono anche due latitanti, ricercati della polizia e individuati dalle forze dell'ordine prima del calcio d'inizio.
I due malviventi supplicano però di poter vedere la partita prima di essere condotti in Questura. Saranno accontentati in seguito all'intervento del vicepresidente Andrea Arrica e di Gigi Riva. Così i due possono godersi la sfida in una delle tribune laterali, per poi essere consegnati alla giustizia.
"Quella partita l'abbiamo affrontata con serenità - dirà Gigi Riva a 'La Nuova Sardegna' -. Avevamo tre punti di vantaggio sulla Juventus dopo aver fatto una partita superlativa in casa dei bianconeri. Davvero scendemmo in campo contro il Bari pensando a vincere e basta".
Tuttavia i pugliesi, che hanno un piede in Serie B, sono determinati a strappare almeno un punto alla capolista. Per oltre mezzora il Cagliari non riesce a sfondare la linea difensiva avversaria, e gli attaccanti isolani falliscono diverse occasioni da rete. Ma al 39' tutte le paure dei sardi sono spazzate via: punizione di Brugnera (in campo al posto dello squalificato Greatti), e cross calibrato per Riva. Colpo di testa in tuffo di 'Rombo di Tuono' e 1-0.
La ripresa vede il Cagliari attaccare con continuità per chiudere definitivamente i giochi. Tanto più che da Roma giungono notizie molto positive: la Lazio sta infatti conducendo 1-0 con Ghio sulla Juventus. Gli ultimi 20 minuti sono decisivi e mettono il punto sul campionato 1969/70.
Se la Juventus saluta definitivamente i sogni di gloria, venendo punita una seconda volta da Chinaglia, il Cagliari compie l'impresa, realizzando il 2-0 con Gori, bravo a finalizzare un'azione personale con un destro che si insacca sotto la traversa di Spalazzi.
"Gori, spostato per l'occasione all'ala destra - racconta in radiocronaca Sandro Ciotti -, ha davanti a sé lo stopper barese, cerca di superarlo in dribbling, entra in area, scocca il tiro e rete! Rete di Bobo Gori! Un fendente in diagonale da destra a sinistra dopo aver superato in bellezza il proprio guardiano, e cioè lo stopper biancorosso Spimi, il centravanti del Cagliari ha scagliato con violenza a rete di destro, battendo Spalazzi nell'angolo alla sinistra del portiere ospite".
Il 2-0 è il risultato finale, e quando l'arbitro De Robbio di Salerno poco dopo decreta la fine delle ostilità, c'è l'invasione di campo pacifica e festante dei tifosi rossoblù, ma anche del tecnico Scopigno, che quel giorno scontava la sua ultima giornata di squalifica.
Sandro Ciotti, che segue la partita come inviato di 'Tutto il Calcio minuto per minuto', fotografa perfettamente quegli istanti.
"La folla si riversa in campo - racconta con la sua inconfondibile voce -, senza peraltro eccessiva indisciplina, quasi con pacatezza, con molto civismo...".
Il Cagliari, contro tutti i pronostici, è campione d'Italia con 2 giornate d'anticipo: i rossoblù salgono infatti a 42 punti, e con 5 lunghezze di vantaggio dalla coppia composta da Inter e Juventus, non sono più raggiungibili. È il trionfo di un'intera isola, che segnerà il riscatto economico e sociale dell'intera Sardegna. Per la prima volta lo Scudetto viene vinto dalla squadra di una città che si trova al di sotto di Roma.
I giocatori, dopo aver ricevuto l'abbraccio della folla, tornano negli spogliatoi e celebrano lo storico titolo assieme a Scopigno con sigarette (molti in quella squadra fumavano) e champagne.
"Scopigno ci sorprese - ricorderà Gori -, volle abbracciarci tutti, noi davvero stentavamo a crederci. E poi? Beh, ci siamo accesi una sigaretta e abbiamo fumato. Sì, fumavamo quasi tutti in squadra...".
La festa nel capoluogo e in tutta l'isola dura per ben 2 settimane, e nonostante questo il Cagliari colleziona comunque un pareggio a San Siro contro il Milan (0-0) e una netta vittoria sul Torino, travolto 0-4 al Comunale con doppietta di Riva e reti di Domenghini e Gori, nelle ultime due giornate del torneo. Il 19 aprile del 1970 tutto il Cagliari è ospite della 'Domenica Sportiva', allora condotta da Lello Bersani.
Presa la parola, Bersani, dopo un filmato sulla squadra, prende la parola e si rivolge al tecnico rossoblù:
"Insomma Scopigno, lei chi è? Come si può definire?"
E l'allenatore, come suo solito, spiazza tutti.
"Uno che ci ha sonno...", risponde, suscitando le risate del pubblico in studio e dei suoi stessi giocatori.
I NUMERI E I RECORD
I rossoblù chiudono il campionato 1969/70 in perfetta media inglese, con 45 punti conquistati , frutto 17 vittorie, 11 pareggi e solo 2 sconfitte, davanti all'Inter, seconda con 41, che supera nel rush finale la Juventus, terza a quota 38.
L'impresa resta leggendaria anche per alcuni dettagli: è stata compiuta con una rosa ristretta, visto che saranno soltanto 16 i giocatori utilizzati, e facendo registrare il secondo miglior attacco del torneo con 43 goal segnati e, soprattutto, la miglior difesa. Le sole 11 reti subite in 30 partite da Albertosi rappresentano ancora oggi un record imbattuto nei campionati a 16 squadre.
Fatto ancora più insolito, il Cagliari vince il titolo senza il proprio allenatore in panchina, con Scopigno costretto a seguire la squadra dagli spalti in virtù della lunga squalifica maturata per i fatti di Palermo.
"Sì, sono mancato per 15 partite - dirà 'Il Filosofo' -, ma la squalifica si è di fatto ridotta alla mia assenza dalla panchina. Ho diretto gli allenamenti, ho scelto la formazione, ho guidato egualmente la squadra sia pure attraverso l'ottimo vice Conti. L'allenatore in panchina conta, ma il Cagliari non ne ha davvero sofferto".
Uno Scudetto storico, quello rossoblù, che suscita stupore anche perché conquistato dando la massima libertà alla squadra, senza ritiri.
"I miei giocatori - spiegherà Scopigno - sono liberi di fare quello che vogliono, ma sanno quello che fanno. E nessuno ha mancato le regole del vivere civile. Non credo che sia merito mio, ma merito loro".
Il campione simbolo di quella vittoria, Riva, con 21 reti, si aggiudica per la terza volta il titolo di capocannoniere della Serie A, precedendo Vitali con 17 e Anastasi con 15.
Dopo il leggendario trionfo, inoltre, il Cagliari 'presterà' ben 6 giocatori alla Nazionale italiana di Ferruccio Valcareggi, impegnata in estate nei Mondiali in Messico: Albertosi, Cera, Domenghini, Riva, Gori e Niccolai. Gli Azzurri, dopo aver piegato la Germania Ovest nella 'Partita del secolo', si arrenderanno soltanto in finale al Brasile di Pelé.
L'anno seguente i sardi, trasferitisi intanto nel nuovo Stadio Sant'Elia, proveranno a ripetersi in Serie A, ma dopo un'altra partenza sprint, il secondo grave infortunio subito da Gigi Riva ad opera di Norbert Hof, che spezzerà al campione la gamba destra nell'amichevole Austria-Italia, sarà un duro contraccolpo da assorbire.
La squadra scivolerà in classifica e uscirà dalla Coppa dei Campioni. Nonostante il rientro di 'Rombo di Tuono', che tornerà a giocare e segnare ancora una volta, e rifiuterà sempre il trasferimento in una big, legandosi a vita ai colori rossoblù, il Cagliari non riuscirà più a emulare la leggendaria stagione 1969/70, avviandosi invece verso un declino che culminerà appena 6 anni più tardi con la retrocessione in Serie B.
Anche per questo il 12 aprile resterà così per sempre un giorno di festa per Cagliari e la Sardegna intera.