GOAL
L'esultanza per un goal è il momento di massima gioia per un calciatore e viene celebrata nei modi più disparati, che siano spontanei o preparati a tavolino. In questi ultimi anni abbiamo visto di tutto, da singoli gesti diventati prima virali e poi oggetto di marketing a veri e propri balletti di gruppo coreografati.
Ma c'è un'eccezione alla regola dell'espressione di felicità pura, non contaminata da altro che non sia il piacere incontenibile del goal. Ed è quella del gesto iconico di Rodrigo Taddei: la mano sotto la maglia a battere sul cuore. In quel battito ha rivissuto - ogni singola volta e per sempre durante l'intera carriera di Rodrigo - suo fratello minore, Leonardo Taddei.
"Ho grande rispetto per la città di Siena. Tutti mi sono stati vicini nel momento più brutto della mia vita. Quell'affetto lì non ci sono soldi che lo comprano".
È domenica 8 giugno 2003, ore 6 del mattino. Su una Renault Megane Scénique viaggiano in 5: i due fratelli Taddei e tre connazionali brasiliani, diretti all'aeroporto della Malpensa per imbarcarsi su un volo diretto a San Paolo. L'atmosfera è di festa, visto che due degli occupanti della vettura, Rodrigo Taddei e Pinga, sono stati tra i protagonisti della promozione in Serie A appena conquistata dal Siena, mentre il giovane Leonardo milita nella Primavera del club.
Prossima partita
La compagine toscana, trascinata dai goal di Tiribocchi e dalle giocate dei brasiliani, si è classificata al primo posto del campionato cadetto, conquistando per la prima volta nella propria storia la partecipazione alla massima serie. La certezza matematica è arrivata nella terzultima giornata, il 24 maggio, con la vittoria in trasferta in casa del Genoa per 3-1, gara in cui sono andati a segno anche Taddei e Pinga. È seguita una grande festa allo stadio Franchi al ritorno della squadra a Siena, festa replicata 7 giorni dopo nell'impianto gremito in occasione dell'ultimo incontro casalingo stravinto sull'Ascoli 4-0. Dopo la partita migliaia di tifosi hanno attraversato in corteo il centro della città per radunarsi in Piazza del Campo e far esplodere una gioia attesa da 99 anni.
Una settimana dopo la squadra di Papadopulo va a giocare l'ultima gara di campionato a Salerno, ottenendo un 1-1 che vale il primato nella classifica finale: la Sampdoria, infatti, pur avendo pari punti dei bianconeri, è dietro negli scontri diretti. È sabato sera, l'indomani a Siena è in programma un'altra festosa celebrazione: una cena all'aperto con cinquemila commensali. Ma non avrà mai luogo. Domenica pomeriggio società e comune decideranno di annullarla. Perchè quella Renault diretta nella notte alla Malpensa non ci arriverà mai.
Nei pressi di Piacenza, a un chilometro dall'uscita Fiorenzuola dell'Autosole, la vettura sbanda per lo scoppio di un pneumatico, finisce contro lo spartitraffico in new jersey e si ribalta più volte prima di fermarsi con le ruote in aria. Per il 21enne Leonardo Ferrante Taddei non c'è scampo: viene sbalzato fuori dall'auto e muore sul colpo. Il fratello Rodrigo, Pinga e i due amici riescono ad uscire dalla macchina prima che prenda fuoco e si salvano.
"Siamo stati svegliati da una notizia sconvolgente - dice sgomento poco dopo il presidente senese Paolo De Luca - al di là del fatto che si tratta del fratello di un nostro campione, quando si spegne la vita di un giovane il dolore è immenso. Ci stringeremo attorno alla famiglia Taddei per quanto potremo: vogliamo che questa diventi un'occasione non solo per testimoniare il nostro strazio, ma anche per fare un grande gesto di solidarietà. Attiveremo una raccolta di fondi tra società, giocatori e tutti gli sportivi di Siena a favore di una fondazione brasiliana che aiuta i giovani in difficoltà. Crediamo che sia la maniera migliore per rispondere a questo grande dolore".
Rodrigo Taddei e Pinga finiscono in ospedale, ma se la caveranno. Segni profondi resteranno nelle loro vite: è impressa negli occhi la bandana con cui Pinga nella stagione successiva scenderà in campo con la maglia del Torino per coprire le ferite riportate alla testa. Taddei invece resta al Siena e reagisce da uomo e campione. Al debutto in Serie A, il 31 agosto 2003, va subito a segno in casa del Perugia. Ha il numero 21 sulle spalle, l'età del fratello scomparso. I compagni lo sommergono in una bolla di affetto, poi arrivano le lacrime nel post partita: "Credo sia stato un segno del destino".
Quel giorno la mano di Rodrigo comincia a battere sul suo petto. Forte, sempre più forte, e quel gesto si ripeterà per altre 45 volte, tanti quanti saranno i goal segnati da Taddei nel prosieguo della sua carriera, tra Siena, Roma - dove vincerà due Coppe Italia e una Supercoppa italiana - e Perugia. Esultare e ricordare, gioire e rinnovare il dolore. Per sempre.