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Il Wrexham: dove Deadpool si è innamorato del calcio, riscrivendo la storia

In una delle scene più iconiche del secondo capitolo, Deadpool siede al fianco di Weasel mentre davanti a lui sfilano i futuri componenti della X-Force, impegnati in una “particolare” selezione old style, con tanto di annuncio. Ed è una sorta di “inside joke”, se vogliamo: Ryan Reynolds che forma una squadra, pur di supereroi, per sconfiggere Cable. Il resto rientra nella categoria “spoiler”: e, anche se son passati diversi anni dall’uscita del film, vi risparmiamo il fastidio.

Ora: quello della “creazione” di una squadra è un tema abbastanza familiare a Reynolds, da qualche anno a questa parte. Più o meno da quando ha deciso, nel novembre del 2020, di prelevare il Wrexham insieme a Rob McElhenney, suo amico e attore, rendendolo uno dei club più interessanti dell’intero panorama calcistico britannico.

C’è, comunque, una storia importante dietro al Wrexham, che non è per nulla, o quasi, un prodotto hollywoodiano. Anzi: è la terza società più antica al mondo (la più antica, invece, del suo Paese), in verità. Fondata il 3 ottobre 1864 nell’omonima città gallese, ha giocato anche in Coppa delle Coppe. Insomma: è una realtà che vive di calcio praticamente da sempre, ma che quando nel 2006 ha vissuto il suo momento di massima crisi non avrebbe mai pensato di ritrovarsi gli occhi del mondo addosso, ben al di là dei confini gallesi.

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Wrexham Getty

Poco prima dell’inizio della sfida d’andata dei sedicesimi di FA Cup contro lo Sheffield United, che milita in Championship, dalle parti del Racecourse Ground di Wrexham non c’è un singolo rivenditore in cui sia possibile acquistare una maglia della formazione allenata da Phil Parkinson, proprio mentre Ryan Reynolds si presenta allo stadio, assalito dai tifosi che, ormai, lo conoscono bene. Il suo club è stato quasi sempre primo in National League e ha macinato vittorie su vittorie per conquistare la promozione in Football League Two e ritornare, di conseguenza, tra i professionisti. Le maglie, invece, sono esaurite dalla scorsa estate.

Quel che tra un autografo e l’altro Reynolds sa bene è che, comunque andrà questa stagione, è già stata riscritta la storia di una società che non si limita a essere competitiva, ma punta a essere il più possibile “mediatica”: il caso “Welcome to Wrexham”, serie TV che racconta l’acquisizione e la ricostruzione operata dal duo Reynolds-McElhenney, è noto. “Vogliamo che diventi una forza globale”, avevano spiegato alla presentazione del documentario: ci sono riusciti, se si pensa al numero di “autografi” lasciati dai tifosi di tutto il mondo che, appassionati dalla docu-serie, hanno dato vita a reali pellegrinaggi verso il Galles.

“Ci siamo innamorati della storia del Wrexham: senza il documentario non l’avremmo mai conosciuta. È per questo che siamo diventati tifosi”, hanno raccontato Tanner e Paulina Weeks, coppia di sposi che ha viaggiato per quasi 7mila chilometri, da Little Rock, in Arkansas, per assistere alla sfida tra Gateshead e la squadra di Phil Parkinson, vittoriosa in trasferta, in quell’occasione, per 0-3. E la cosa bella, e sorprendente, è che Tanner e Paulina non sono stati, e non saranno, i soli.

E che non c’è solo questo nel progetto “globale”, dal punto di vista mediatico, del Wrexham che, e questo è divertente, porterà la squadra negli USA in estate. E non solo per un tour che prevedrà sfide amichevoli contro club di MLS: tra l’1 e il 4 giugno prossimo il Wrexham parteciperà al TST, il campionato mondiale di calcio a sette, con un montepremi in palio di un milione di euro. Per annunciarlo, Reynolds e McElhenney hanno postato sui canali ufficiali della società un video “american style”, palese parodia agli spot elettorali. Magia pura.

Persino le programmazioni televisive, quelle statunitensi comprese, si sono trovate in un certo modo “costrette” a modificare il proprio palinsesto, aggiungendo il replay match di FA Cup contro lo Sheffield. Il modo in cui si è arrivati alla “doppia sfida” è stato senz’altro cinematografico. Anche perché al 94’ il Wrexham stava vincendo per 3-2, con tanto di cartellino rosso “tondo” estratto in faccia a Jebbison. Alla fine, però, ci ha pensato Egan a fissare il punteggio sul 3-3.

“Alla Deadpool”, verrebbe da dire, il Wrexham è stato costretto a scendere di nuovo in campo per riscrivere la sua storia, con un progetto che sta proseguendo secondo i piani. Anche dopo la sconfitta che ha decretato l'eliminazione dalla FA Cup, arrivata nel recupero in casa dello Sheffield. A un passo dalla possibilità di incontrare il Tottenham allora di Antonio Conte agli ottavi. "Andiamo a vincere il campionato adesso", ha esclamato McElhenney su Twitter. Ma da dov’è, esattamente, che nasce l’amore per il calcio dei due attori? Qualcuno direbbe “E’ stata la mano di Dio”. E in un certo senso avrebbe pure ragione.

“Stavo guardando questo uomo, un mago, non avevo mai visto un atleta fare quel che stava facendo lui con il pallone”, ha spiegato McElhenney alla CNN. L’uomo in questione era Diego Armando Maradona, in uno dei tanti documentari sul suo conto. Il resto l’ha fatto la “Pulga”.

“Un amico mi ha detto: ‘Pensi che Maradona sia magico? Ce n’è uno che gioca tutt’ora che fa quello che ha fatto Maradona, ma a un livello superiore e per più tempo’. Ovviamente era Messi”.

Il primo passo, comunque, è stato compiuto: con il successo per 3-1 contro il Boreham Wood, il Wrexham ha conquistato la promozione tra i professionisti, in Football League 2: tra l'altro, sotto gli occhi attenti di Paul Rudd, invitato da Reynolds. Ah, un piccolo dettaglio: Rudd è l'attore di Ant-Man. Un altro supereroe della Marvel.

D'altra parte, a dare la “benedizione” al Wrexham, e anche qui c’è del cinematografico, ci ha pensato Re Carlo III che a dicembre ha voluto incontrare i due attori, insieme alla Regina Consorte Camilla, proprio sul prato verde del Racecourse Ground. Lì dove Deadpool (che del Wrexham, squadra che non muore e non può morire mai, incarna alla perfezione il senso della "non-morte") ha formato un’altra X-Force con un unico obiettivo. Arrivare in Premier League: a ogni costo.

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