Roma è come la matematica: o si ama o si odia. Non c’è spazio per le mezze misure. Nel caso di Vincent Candela non ci sono molti dubbi su quale dei due sentimenti provi per la capitale italiana. Arrivato nel gennaio del 1997, il terzino francese è rimasto letteralmente rapito da Roma e ancor di più dal suo circondario. Non a caso ha scelto la campagna romana come luogo dove ritirarsi e vivere una volta smesso con il calcio giocato.
Partito dalle giovanili del Tolosa, dove esordisce nel 1992 da professionista in Division 1 (antesignana della odierna Ligue 1), il terzino si mette in mostra e viene acquistato tre anni dopo dal Guingamp. Al termine di un buon campionato, concluso al decimo posto, i rossoneri partecipano nell’estate del 1996 alla coppa Intertoto. Il percorso dei francesi si conclude con la vittoria finale del torneo. Questo permette loro di prendere parte alla Coppa Uefa dell’anno successivo. Ed è proprio una partita in campo europeo contro una squadra italiana a permettere a Candela di farsi notare dal calcio che conta.
I 32esimi di finale vedono affrontarsi Guingamp e Inter. Nella prima delle due gare ad eliminazione diretta i nerazzurri si impongono per 3-0 rendendo una formalità la sfida di ritorno. Eppure a San Siro i francesi ottengono un pareggio prestigioso. E a rubare l’occhio quella sera è proprio Vincent Candela.
Il tecnico argentino Carlos Bianchi, alla guida di una Roma tutt’altro che convincente, si innamora del terzino e ingaggia una lunga guerra di nervi con il presidente Franco Sensi per farsi accontentare. Dopo diverse esitazioni, il patron giallorosso accontenta la richiesta del suo allenatore. La piazza di Roma accoglie con perplessità l’arrivo di Candela a Roma, soprattutto perché insieme a lui viene acquistato Omari Tetradze, anche lui voluto con forza da Bianchi.
Prossima partita
Bastano poche settimane per far cambiare idea a tutti su entrambi. Il rendimento del georgiano sull’out di destra è tutt’altro che soddisfacente, mentre dall’altra parte del campo Candela dimostra subito di essere un giocatore di qualità utile alla causa. L’amore tra il terzino e il tifo romanista sboccia definitivamente il 9 marzo 1997, quando realizza le sue prime due reti in giallorosso e permette alla Roma di battere il Verona 4-3 all’Olimpico.
A fine stagione Bianchi viene sostituito da Zdenek Zeman. Il rapporto tra il boemo e Candela non decolla mai ed è spesso fonte di incomprensioni. Questo non gli impedisce di esprimersi al massimo del suo potenziale. Le prestazioni del terzino non lasciano indifferente Aimé Jacquet, ct della Francia, che lo convoca per il Mondiale casalingo in programma nel giugno 1998. Di quella spedizione Candela giocherà solamente l’ultima gara del girone contro la Danimarca, per poi accomodarsi in panchina e assistere da bordo campo alla prima storica vittoria della Coppa del Mondo da parte della Francia.
Torna alla Roma da Campione ma, malgrado il suo ruolo da titolare non sia mai messo in discussione, i rapporti con Zeman rimangono tutt’altro che idilliaci e questo rischia allontanare definitivamente l’ex Guingamp da Roma. A farsi sotto per ingaggiare Candela c’è la squadra che gli ha permesso di arrivare in Italia, l’Inter. L’arrivo di Fabio Capello sulla panchina giallorossa convince il terzino francese a restare nella capitale. E proprio grazie al tecnico di Pieris, Vincent Candela diventa un terzino in grado di coniugare una solida copertura difensiva all’estro e agli spunti quasi da esterno offensivo connaturati alle sue caratteristiche.
Nella primavera del 2000 arriva la convocazione agli Europei disputati in Belgio e Olanda. Anche alla massima competizione europea lo spazio riservato all’occitano è ridotto al lumicino. Il neo ct francese Roger Lemerre gli fa giocare due partite nel girone contro Repubblica Ceca e Olanda, per poi tornare a preferirgli Bixente Lizarazu nel resto del torneo. Poco male per Candela, che si laurea anche Campione d’Europa a scapito dei compagni di squadra italiani Francesco Totti, Vincenzo Montella e Marco Delvecchio, battuti in finale con la regola del golden goal.
Quello che ancora manca è il primo agognato trionfo con la Roma. Ma il successo arriva per chi sa aspettare. E Vincent da Bédarieux, non deve neanche aspettare troppo. Il 17 giugno 2001 all’Olimpico la Roma batte 3-1 il Parma e mette le mani sul terzo scudetto della sua storia al termine di un campionato che ha visto i giallorossi in testa dalla prima all’ultima giornata. Tra i tanti contributi dati da Candela a quella cavalcata vincente, c’è uno spettacolare gol segnato di destro al San Nicola di Bari di fronte agli occhi di 10mila tifosi romanisti arrivati nel settore ospiti.
Il francese mette lo zampino anche sul primo dei tre gol della squadra di Capello segnati al Parma. Dopo essersi smarcato sull’out di sinistra, il terzino appoggia il pallone al centro dell’area per Totti, che scarica il destro e spiana la strada romanista verso il tricolore. Di Montella e Batistuta le altre due reti che riportano lo Scudetto a Trigoria dopo 18 anni.
Con la Roma il francese conquista la prima Supercoppa Italiana della storia giallorossa. E anche in questa occasione riesce a rendersi protagonista. Gli bastano cinque minuti di gioco per aprire le marcature contro la Fiorentina, piazzando un gran destro rasoterra da oltre 30 metri alle spalle di Taglialatela.
Resta in giallorosso fino al gennaio 2005, quando accetta prima il trasferimento in prestito al Bolton e poi a titolo definitivo all’Udinese. Con i friulani Candela gioca anche la Champions League e vive una notte europea indimenticabile, segnando il suo primo e unico gol nella massima competizione europea. Rete che si rivela anche decisiva per la vittoria dei bianconeri nella trasferta in casa del Panathinaikos.
Conclusa l’esperienza all’Udinese, il francese passa prima al Siena e poi in prestito al Messina. Ultime sporadiche presenze di una carriera che ormai non lo entusiasma più come una volta. Inoltre la testa sembra essere rimasta a Roma. Ed infatti è lì che torna. C’è tempo per un’apparizione con la maglia dell’Albatros, squadra dilettantistica del Lazio, prima di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato all’età di 34 anni. Per la sua partita d’addio organizza all’Olimpico una partita amichevole tra la Roma Campione d’Italia nel 2001 e i suoi ex compagni campioni del Mondo con la Francia nel 1998. Oltre a lui, quella sera le due stelle più brillanti della serata sono Francesco Totti e Zinedine Zidane, suoi grandi amici.
Ancora oggi il legame di Vincent Candela con Roma e la Roma è molto forte. Oltre a vivere nei dintorni di Roma e gestire un agriturismo presso Montecompatri, è stato opinionista radio-televisivo per i canali ufficiali giallorossi. E a fianco del suo grande amico Totti ha intrapreso anche un percorso da talent scout nell’agenzia di Management dell’ex numero 10 romanista. Insieme nella vita, ma anche nel cuore dei tifosi e del club giallorosso, che ha inserito entrambi nella Hall of Fame del club.