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Missione possibile: ecco perche l’Italia può vincere la Nations League

L’Italia si prepara a tornare in campo per la Nations League. All’orizzonte per la squadra di Spalletti due partite in casa: la prima giovedì 10 ottobre contro il Belgio a Roma; la seconda lunedì 14 ottobre a Udine contro Israele, nazionale battuta nell’ultimo impegno.

La nazionale azzurra arriva a questo turno con chance importanti di poter mettere quasi in ghiaccio il pass per i quarti di finale: un risultato che alla vigilia sembrava impensabile se si considera sia il girone, in cui oltre al Belgio spicca la presenza della Francia vicecampione del mondo, sia il contesto psicologico attorno agli azzurri, reduci da un Europeo opaco.

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Proprio la vittoria ottenuta a Parigi in rimonta contro la Francia nonostante lo svantaggio subito dopo 20 secondi, è stata un segnale positivo di luce dopo mesi bui: la nazionale azzurra, pur palesando ancora qualche limite, è apparsa in grande crescita, sia in termini di piglio che di gioco.

Se da un lato è vero che una rondine non fa primavera, dall'altro ci sono buoni motivi per pensare che l’Italia possa arrivare fino in fondo a questa della Nations League e perché no, magari persino vincerla dopo due terzi posti.

Tanta voglia di riscatto

Tra la mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar e l’Europeo in Germania lo sconforto intorno al mondo azzurro è arrivato ai massimi e la fiducia scesa invece ai minimi. Una consapevolezza questa presente all’interno di una nazionale che vuole assolutamente voltare pagina per tornare a pensare in grande.

D’altronde gli azzurri storicamente tirano sempre fuori il meglio dopo grandi delusioni mentre tendono invece a lasciarsi andare dopo i grandi successi: si pensi a quanto e successo dopo il Mondiale 2006 o, ancora in peggio, dopo la splendida vittoria agli Europei, cui sette mesi dopo è seguita una clamorosa eliminazione dai Mondiali.

La svolta tattica di Spalletti

Uno dei grandi dilemmi della gestione azzurra di Luciano Spalletti sin dall’inizio è stato quello del modulo: il tecnico di Certaldo ha viaggiato tra il 4-3-3 (usato maggiormente agli Europei) e il 3-4-2-1. Adesso il c.t. della nostra nazionale ha virato sul 3-5-2 e le prime uscite come s'è visto sono state positive.

Il 3-5-2 in effetti il modulo più adatto per valorizzare le caratteristiche di una squadra che ha a disposizione centrali bravi sia a difendere che a sviluppare la manovra (e ad accompagnarla come nel caso di Bastoni e Calafiori) che esterni difensivi abituati ad agire più da “quinti” che non da terzini a 4, uno su tutti Federico Dimarco. A questo si aggiunge anche la possibilità di assortire meglio il centrocampo e di avere di conseguenza più opzioni per il gioco offensivo.

Giocatori in crescita

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello della crescita dei singoli interpreti. Negli ultimi anni la nazionale è andata gradualmente a perdere le certezze degli ultimi cicli (Bonucci, Chiellini, Verratti, Immobile, per citare i più importanti) e il processo di ricambio, come spesso accade, non è semplice: non necessariamente i giocatori chiamati a rinnovare l’organico azzurri erano pronti in termini di maturità calcistica ed esperienza a livello di competizioni con squadre nazionali.

Lo scenario però è in continua evoluzione e i primi segnali sono stati positivi: contro la Francia (oltre al rientro prezioso di Sandro Tonali dopo la squalifica) è emerso positivamente il centrocampista del Torino Samuele Ricci, che ha giocato con grande personalità. Tanti però i nomi in tal senso che si possono fare come ad esempio Buongiorno, Cambiaso e Udogie per quanto riguarda i giocatori difensivi.

Va poi tenuto d’occhio con attenzione il fronte attacco. Moise Kean a Firenze sta trovando il minutaggio che gli è mancato negli ultimi anni e sta crescendo come anche il coetaneo Lorenzo Lucca.

C’e poi Mateo Retegui, protagonista di un grandissimo inizio con la maglia dell’Atalanta: il centravanti argentino con la maglia della “Dea” sta trovando quella continuità fisica mancata nella sua precedente esperienza al Genoa: il misurarsi in un contesto internazionale è un ulteriore fattore di sviluppo che alla lunga può incidere. Senza poi dimenticare Scamacca, per ora ai box ma pronto ad entrare in concorrenza con Retegui sia all’Atalanta che in azzurro una volta rientrato. Per la prima volta dopo tanti anni le prospettive sul fronte centravanti sembrano essere meno grigie.

In questo momento dunque l’Italia, seppur in un contesto di cantiere aperto, sembra essere in una buona fase di avanzamento del progetto. Certo il cammino da fare è lungo e di avversarie più attrezzate sulla carta ce ne sono parecchie: ciò comunque non toglie che questa nazionale, a patto di non cadere già da adesso negli errori del passato, possa persino arrivare fino in fondo a questa competizione.